The dark side of BG e i problemi del giornalismo italiano

Premettendo che Beppe Grillo sta facendo, un po’ troppo a spallate ma quando ci vuole ci vuole, un grande lavoro per “visualizzare” importanti problemi dell’Italia. Al momento non è riuscito a risolvere nulla, forse non è neppure il suo ragionevole obiettivo, ma ha avuto anche la capacità di fare da ariete o paladino contro brutture, storture, clientele … e la capacità visionaria di capire l’importanza della rete per comunicare al grande pubblico.

Premettendo che “la casta giornalistica” in Italia è piena di problemi al suo interno e deve per amore o per forza trovare la capacità di rinnovarsi e ripulirsi per evitare il rischio di perdere credibilità e scomparire definitivamente sotto la “possente spallata” dei media elettronici.

Premettendo che oggi in Italia ci sono sicuramente giornalisti cialtroni, venduti e vergognosi, ma anche ottimi professionisti, non necessariamente i più visibili e famosi, che lavorano con grande capacità e deontologia, spesso rischiando la propria pelle per fare bene il loro lavoro.

Premendo questo e altro … Occorre leggere con attenzione e senza preclusioni, se possibile, la storia della tentata intervista di Alessandro Giglioli a Beppe Grillo

Il giorno 2 gennaio, come molti, ho letto e visto in Internet il “discorso di Capodanno” di Grillo. Nel quale, come si ricorderà, è stato lanciato il V-day contro i giornali per il 25 aprile prossimo venturo.
Tra le altre cose, nel suo discorso Grillo prevedeva con certezza che tutti media “mainstream” avrebbero volutamente ignorato il suo V-day sui giornali, visto che la cosa riguardava direttamente gli interessi delle testate e dei loro proprietari.
Il fenomeno Grillo mi interessa, da tempo vado scrivendo diverse cose sulle storture del sistema editoriale in Italia (a partire dall’Ordine e dalla legge sulle provvidenze) e credo anche che i giornali debbano interessarsi delle fasce della società che Grillo più o meno rappresenta.

Il giorno dopo mi metto al mio pc e una dopo l’altra snocciolo le domande.
Sono tutte molto semplici, anche se non a zerbino.
Gli mando il tutto con una bella mail.

gli telefono:
«Pronto buongiorno sono Gilioli de L’espresso, la disturbo?»
«Certo, lei mi disturba sempre».
«Mi dispiace. Volevo sapere se ha visto le domande che le ho mandato…».
«Certo che le ho viste e non intendo minimamente risponderle».
«Come mai?»
«Perchè sono domande offensive e indegne».
«Mi scusi, ma non mi pare, sono solo domande. Servono a un confronto. Se lei mi dà le sue risposte per iscritto, io le trascrivo tali quali, le dò la mia parola».
«No, non se ne parla neanche, lei non ha capito niente. Buongiorno».

Sul tema della stampa in Italia un e dei finanziamenti ai giornali un approfondimento di Piero Ricca

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