Il Vespa in rete

Parlare male della non coltura di Bruno Vespa rispetto a Internet, comune a molti giornalisti altolocati, è sparare sulla Croce Rossa, ma visto che Stefano Quintarelli gli ha scritto una bella lettera, è importante citarne dei passi e soprattuto sottoscriverne moralmente i contenuti.
Peccato solamente che pare che la lettera sia firmata formalmente da un ristretto numero di persone …
Manca il blogger “Pautasso” :-)

Ci sembra che demonizzare i blog e il social networking, che sono fondamentalmente espressione di libertà, di democrazia e di socializzazione, sia negativo e antistorico. Ancora peggio è criminalizzare i blog – come cercano talora di fare i paesi autoritari per giustificare le loro censure – solo perchè alcuni – giovani o no – lo usano male. Ci sembra che la trasmissione da lei curata del 21 febbraio 2008, peraltro dedicata ad un altro tema, abbia purtroppo (crediamo involontariamente) generato un sospetto generalizzato verso i blog e il social networking, se non addirittura verso la comunicazione via Internet. Sarebbe, a nostro parere, un errore grave analogo a quello di alcuni intellettuali aristocratici che, tanto tempo fa, condannavano in blocco la televisione perchè … fa male ai bambini e toglie anche del tempo prezioso agli adulti per leggere libri e giornali…



La Commissaria UE Viviane Reding ha piu’ volte ricordato che ben il 50% della crescita del PIL europeo e’ legata allo sviluppo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT), di cui Internet costituisce la spina dorsale. Anche il recente rapporto Attalì per lo sviluppo economico della Francia è pervaso da iniziative di impulso alle tecnologie della informazione e telecomunicazione.
In Italia purtroppo l’economia cresce meno dei nostri omologhi europei anche perché le telecomunicazioni sono nelle posizioni di coda nelle graduatorie internazionali, come del resto lo è la televisione digitale (terrestre, via Internet e via satellite). La scarsa diffusione della banda larga è forse l’indice più significativo della nostra arretratezza nel settore decisivo delle tlc.

Discutere pubblicamente dei problemi sociali che Internet inevitabilmente riflette e, fortunatamente, spesso svela al pubblico, è importante ma va fatto mettendo nella giusta relazione gli effetti e le loro cause ed evitando considerazioni semplicistiche e condanne aprioristiche del mezzo.


Secondo noi è importante che non si criminalizzi la rete e che anzi se ne promuova l’uso e la diffusione estesa. La criminalizzazione di Internet tende a confondere gli effetti con le cause e non permette di affrontare adeguatamente i problemi negativi – sociali o criminali – che tutti desideriamo combattere. Una disinformazione su Internet non ne rallenterà la diffusione presso il pubblico competente ma ne frenerà l’adozione e la conoscenza proprio nel pubblico più bisognoso di informazione, spostando in là nel tempo l’occasione di far crescere questo Paese.

5 commenti su “Il Vespa in rete”

  1. Vittorio, sei sempre troppo gentile…

    La lettera l’abbiamo scritta con google docs a 30 mani (o giu’ di li).

    Io, sconfortato dai dati di Ecta che ci dicono come siamo indietro rispetto all’europa (che avevo appena ricevuto da Innocenzo, presidente di ECTA), ho pensato “finche i mass media continuano a demonizzare invece di promuovere…” e allora ho pensato che i presidenti delle associazioni dell’industria e qualche altro personaggio che Vespa conosce o di cui conosce le opere, e persone che si occupano di innovazione ai massimi livelli (non tutti, per carita’, solo alcuni che conosco io) avrebbero potuto fare sentire la propria voce.

    glielo ho proposto, e la lettera che e’ uscita e’ quella. Io ho fatto solo da enzima…

  2. @stefano
    Avrei preferito che la lettera l’avessi scritta e firmata tu e basta
    E’ piu facile aggregare pensiero dietro a un guru singolo
    Cosi con firmatari allargati e multiformi è più pasticciata

I commenti sono chiusi.