Viral marketing alla tibenano – cinese

Via Alberto Fattori

La Fiat ha chiesto scusa ai cinesi che, secondo informazioni ricevute dai vertici di Torino, si sarebbero risentiti sul contenuto dell’ultimo spot dell’ultima nata Lancia. Molti si sono chiesti il come mai di questo gesto e soprattutto hanno imputato al contenuto dello Spot, la causa di questa “prevedibile” protesta da parte cinese.

Nella vicenda, è apparentemente sconcertante l’atteggiamento avuto dalla Fiat che, nonostante le schiere di consulenti ed esperti nelle proprie divisioni di comunicazione, non sia riuscita per tempo a comprendere come il vero problema non fosse il contenuto, bensì l’attore che finisce per politicizzare lo spot, per quanto Merchionne si affanni ad affermare il contrario.

Infatti, se le stesse scene le avesse girate chiunque altro, i cinesi non avrebbero più di tanto avuto da lamentarsi, visto che il contenuto è in linea con l’idea stessa di fratellanza tra i popoli e spesso soggetto di molti advertising già visti in Cina.

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Qualcuno a Torino ha infatti pensato che, creando ad arte l’imbarazzo diplomatico strumentalizzando così la questione tibetana, il marchio avrebbe goduto di maggiore visibilità sui media occidentali, potendo ottenere un grande vantaggio in termini di ritorno dell’investimento con lo spot incriminato.