Dove va il giornalismo?

Antologico del dibattito in coroso (via Apogeonline)

Da tempo ci si interroga su quale possa essere il futuro del giornalismo, su che cosa debba succedere in futuro con la sempre maggiore importanza dealla Rete. Se lo chiede Vittorio Pasteris, che ragiona su come il giornalismo online sia ancora, a livello di budget e di idee, il fratello povero del giornalismo tradizionale. E che ritiene che serva una maggiore attenzione verso un mondo al quale sempre di più si rivolgono i fruitori dell’informazione. La risposta arriva da Vittorio Zambardino, preoccupato per le sorti del giornalismo tout-court. Secondo Zambardino il problema non è tanto di online contro offline, quanto piuttosto di un corpo che non riesce a comprendere l’evoluzione del mondo e a ripensare il mestiere.
È d’accordo anche Marco Formento, che aggiunge alcune considerazioni puramente economiche sul perché il giornalismo online rimanga sullo sfondo. Parallelamente Paolo Valdemarin cita Dan Gillmour e la necessità di ripensare il mestiere di giornalista, mentre Giacomo Dotta rileva segni preoccupanti nella diffusione affrettata di alcune bufale. Mario Tedeschini Lalli offre una visione piuttosto pessimista, ricordando quanto sia importante che esistano dei professionisti dell’informazione.