Il bastone della vecchiaia

La durata del diritto d’autore per gli artisti passerà dagli attuali 50 anni a 95: lo ha annunciato la Commissione Europea, adottando una serie di riforme del sistema di copyright.

La Commissione ha proposto di applicare lo stesso trattamento ad autori ed interpreti delle opere musicali, in modo da garantire agli artisti un reddito regolare anche durante la vecchiaia.

Il termine di 50 anni, infatti, non garantiva le performance da teenager di musicisti e attori che perdevano protezione proprio nell’ultima e meno produttiva fase della loro vita. Ma un termine più lungo garantisce meglio anche e soprattutto i produttori discografici, assicurando un reddito extra a un mercato messo sempre più in difficoltà dalla duplicazione selvaggia via internet.

2 commenti su “Il bastone della vecchiaia”

  1. Vittorio, mi sa che c’è un equivoco: il termine del diritto d’autore non decorre dalla data dell’opera, ma dalla data di morte dell’autore! Ecco perché allungarlo in maniera così abnorme non ha niente a che fare col garantire redditi all’autore (che finché è in vita li ha tutti) ma semmai col garantire le rendite di posizione di chi li detiene alla sua morte (e nel 99% dei casi rilevanti trattasi di editori/discografici ecc…).
    Non solo: il termine attuale non è 50, ma 70 anni (sempre dalla morte dell’autore) e andrebbe semmai drasticamente abbassato!

  2. Infatti pare una stupidata senza senso dato che ovunque cercano di ridurre il termine del diritto d’autore, qui pare che l’UE abbia combinato una grossa cavolata e ora dovra cercare di fare qualcosa per tamponare la fesseria fatta

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