Le proprie ambizioni non in secondo, ma in quinto piano

Via Luca Sofri

Bene, non pretendo di spiegare a persone molto più esperte e competenti di me quali contenuti dare al presente e al futuro del Partito Democratico. Non sto parlando di contenuti, come vedete, e non sarei all’altezza di discussioni molto approfondite ed elaborate che avvengono dentro questo partito. E dichiaro che quando una cosa mi pare particolarmente assurda e incomprensibile, tendo a pensare sempre che mi sfugga qualcosa, prima di dire “è assurdo!”. Dove non vedo spiegazione, la chiedo, prima di volermene creare una che mi piaccia. Sull’anacronistica pigrizia e inadeguatezza della classe dirigente italiana – non parlo di quella di destra, che è al di là delle possibilità di analisi – per esempio ho chiesto molto in giro, e solo in assenza di altre giustificazioni o valide obiezioni ho dovuto convincermi che si spiega solo con pigrizie, vanità, mediocrità, egoismi e presunzioni umane. Normale, le abbiamo tutti, anch’io e parecchie: e infatti ho evitato di fare un lavoro che dovesse mettermi al servizio degli altri, come la politica. Per fare politica, soprattutto di questi tempi, ci vuole la capacità di mettere se stessi e le proprie ambizioni non in secondo, ma in quinto piano: o la capacità di soddisfarle, le proprie ambizioni, fingendo di non averne. E temo che se ce ne andiamo da qui, tutti noi che non soddisfiamo questo requisito, restano davvero in pochi.