Giornalismo online sconosciuto Ansa

Via Ansa
C’è chi come Robin Good (italianissimo nonostante il nome) ha creato un utile e redditizio sito su tutto ”quello che ogni esperto di comunicazione deve sapere”; chi come Marco Mazzei, direttore dei contenuti online della Mondadori, parla di ”latitanza” e ritardo dell’Ordine dei giornalisti e del sindacato sui temi della comunicazione sul web; Francesco Magnocavallo dirige Blogo.it, società editoriale indipendente (la cosiddetta nanopublisher) che riunisce 300 blogger professionisti, annuncia la prima Carta dei diritti e dei doveri dei blogger: è accaduto oggi durante il convegno ‘Giornalismo online, questo sconosciuto’, organizzato dalla Fnsi. Un’occasione per presentare i primi dati di una ricerca sul giornalismo digitale avviata da Lsdi (Libertà di Stampa e Diritto all’Informazione),
secondo cui oltre il 58% di chi lavora in testate online non ha contratto giornalistico (contro il 41,67 che invece lo ha); il 78,38% svolge lavoro di desk (contro il 16,22% che lavora ‘in esterno’). Per quanto riguarda la produzione di notizie, al top della classifica troviamo la cronaca locale (14,94%) e la cultura (12,67%), seguite da politica (10,49%) ed economia (10,13%).

I dati relativi al tipo di contratto ”preoccupano il sindacato”, afferma Daniela Stigliano della segreteria federale della Fnsi, per la quale comunque ”non c’è solo l’online, ma esistono anche piattaforme multimediali. Si parla di integrazione completa delle redazioni, è inutile negare che la tendenza sia questa. Ed è anche la scommessa che ci stiamo ponendo nel tentativo di rinnovo del contratto di lavoro”.
Robin Good racconta che il suo sito ha 600 mila visite al mese e un guadagno di 20 mila dollari al mese per la pubblicità su Google (ad sense), ma avverte: ”È un business non solido, Google può cambiare le regole da un momento all’altro. Il futuro è nella diversificazione, nella vendita di know how specializzati, dvd, cd rom, nei workshop e teleconferenze”.
Una critica all’Ordine dei giornalisti e al sindacato viene da Marco Mazzei, direttore di Mondadori On Line: ”Ordine e Fnsi sono stati latitanti su questi temi, occuparsene ora è segno di un ritardo colpevole”, dice Mazzei, secondo il quale, tra l’altro, ”le regole scritte sull’online non funzionano molto”.
”Questa ricerca può aiutare molto a capire cosa sta succedendo. La Fnsi sta esaminando l’evoluzione permanente del settore”, afferma il segretario generale Franco Siddi, che poi
aggiunge: ”Noi in questa fase abbiamo qualche priorità, il contratto di lavoro e la nostra natura di sindacato”.

2 commenti su “Giornalismo online sconosciuto Ansa”

  1. Caro Pasteris
    complimenti per il lavoro che state facendo per i giovani giornalisti e per i precari. Sei l’Obama del giornalismo italiano

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