Il ritorno dei fuoriclasse

Dal Buongiorno di Massimo Gramellini

Il secondo festival di Nanni Moretti sta raccogliendo, se possibile, consensi superiori al primo. Aumentano gli spettatori, gli accreditati, gli ascolti delle trasmissioni televisive a cui partecipano gli ospiti della rassegna. Non ho la competenza per dire se sia aumentata anche la qualità dei film, ma alla fine persino l’eccesso di trame lugubri è stato accolto con favore nell’unica città italiana in cui proliferano le pubblicità dei funerali. Il vero insegnamento che si dovrebbe trarre da questo trionfo è che la scelta di un fuoriclasse paga sempre. Il mondo va periodicamente a pezzi perché affida un potere enorme ai mediocri. E lo affida ai mediocri perché i talenti sono scomodi, umorali e complicati da gestire. Hanno un brutto carattere, come chiunque abbia un carattere, diceva Montanelli, che era uno di loro.

La lista dei difetti di Moretti, a cominciare dalla mancanza di auto-ironia che caratterizza una certa borghesia romana di sinistra, è lunga almeno quanto quella dei suoi pregi. Ma che l’uomo sia un fuoriclasse, e un fuoriclasse competente, non può essere messo in dubbio da nessuno. Se la ricetta del festival di Torino fosse applicata su vasta scala, e tutte le imprese, le università e gli uffici pubblici finissero nelle mani dei tanti Moretti che si rifugiano all’estero o languono in panchina, l’Italia sarebbe un condominio molto agitato, ma più abitabile.