Il blog di Link. Idee per la televisione

Link. Idee per la televisione è un magazine che studia la tv e la comunicazione da un punto di vista inedito. Link è analisi, riflessione sul mezzo, disvelamento della macchina e dei processi produttivi. Fatto con uno spirito lontano dalle troppo frequenti tentazioni “apocalittiche”, senza per questo essere necessariamente “integrato”. Il blog e il giornale … Leggi tutto

Arriva il computer da 10 dollari

Via SlashGear A collaborative team between the Indian governments ministry of science and ministry of technology will unveil a super-low-cost computer on February 3rd, as part of the country’s $10 laptop project.  Specifications of the notebook – which is intended for education use – are unconfirmed, but unofficial sources suggest it will have 2GB of … Leggi tutto

Bollettino dello disastro finanziario del 30 gennaio

Obama riferendosi alla discesa del Pil nel quarto trimestre ha dichiarato che “l’America si trova di fronte a un disastro che continua per le famiglie di lavoratori americani”. Il prodotto interno lordo americano ha segnato un calo del 3,8% nel quarto trimestre, la peggiore performance dal primo trimestre 1982, quando la crescita segnò un calo … Leggi tutto

Sentirsi un po’ Dagospia

Febbrile gossip nelle redazioni dei giornali per capire come andrà a finire il periodico walzer delle nomination alle direzioni dei quotidiani. Con l’importanza strategica di questo periodo per il futuro dei giornali stessi si tratta di scelte non banali. Anche se a leggerle così brutalmente sembra di leggere Dagospia o il mercato dei calciatori o … Leggi tutto

Il momento del Dell Phone

Via Gizmodo Today the WSJ reports Dell’s closer than ever, with prototypes built in two different styles and two competing platforms. The two styles may seem familiar to you, as demonstrated by my totally fake images above. One, we’ll call “iPhone,” is described by the Wall Street Journal as “a touchscreen but no physical keyboard.” … Leggi tutto

Esplorazioni compulsive di modelli di business

Luca De Biase sui costi del giornalismo

Strano destino quello del giornalismo all’epoca di internet. Liberato da mille vincoli tecnologici, sembra condannato a fare i conti con i vincoli economici. E di fronte a questo apparente paradosso, esplora compulsivamente ogni possibile alternativa: nei modelli di business, nei linguaggi, nelle organizzazioni produttive e distributive. Senza trovare, per ora, un nuovo equilibrio. È questa l’impressione emersa anche dal panel dedicato all’argomento al recente Digital Life Design, il mega convegno realizzato da Burda a Monaco.

«La carta costa troppo e finirà», spara Mike Arrington, fondatore di TechCrunch. «La qualità è ancora un valore», testimonia Tyler Brûlé, fondatore di Monocle. «Dobbiamo continuare a servire le persone che comprano il giornale in edicola come i nuovi lettori online», osserva Carlolyn McCall, chief executive del Guardian Media Group. Jeff Jarvis, blogger a Buzzmachine e docente alla City University of New York Graduate School of Journalism, teorizza: «Cominceremo a riconsiderare il giornalismo per le sue componenti funzionali, dalla scoperta di notizie alla selezione, dalla gestione dei contenitori alla distribuzione, dalla vendita di contenuti alla connessione con i messaggi pubblicitari… Non è detto che tutte queste funzioni verranno sempre svolte da organizzazioni integrate verticalmente».

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Nuove tracce di Gdrive

Si parla di una vita di Gdrive un sedicente sistema di storage on-line marchiato Google. Ora le tracce in rete diventano interessanti Almost everyday now brings a new hint into what Google is planning for its “GDrive” online storage service. Today, a piece of code found in the Google Pack software bundle includes both a … Leggi tutto

Veltroni riparte da Torino

Veltroni riparte da Torino si presenta con belle parole

Attendiamo un po’ di fatti in un partito che pare a rischio decomposizione o implosione …

Partire da Torino non è un caso. L’ho fatto, al Lingotto, quando ho lanciato la mia corsa alla nascita del Partito democratico. Ci torno oggi come prima tappa di un viaggio in Italia che ha proprio lo scopo di riprendere quei fili e di tornare ad ascoltare e parlare col Paese. Ma oggi ci torno in un clima economico del tutto diverso. La crisi colpisce duro qui come nel resto del Paese.

E colpisce direttamente le persone e le imprese, i redditi e il lavoro. L’impressione è che davanti all’arrivo di questo terremoto il governo abbia a lungo atteso, abbia poi tirato fuori misure del tutto inadeguate e anche sull’auto – tema centrale in questa città, ma anche cardine di un serio contrasto alla crisi, come ci dicono le mosse di Obama, di Angela Merkel o di Sarkozy – arriviamo per ultimi senza avere da parte del governo ancora le idee chiare.

Quando dico queste cose, quando polemizzo con le drammatiche sottovalutazioni del governo e del premier in prima persona, mi sento accusare di pessimismo. No, credo sia vero il contrario. Credo che la crisi vada affrontata con tutti gli strumenti e con tutte le idee nuove: a queste condizioni può essere persino una opportunità di cambiamento. E io so che l’Italia in questa temperie può dare il meglio di sé. Prendete Torino. Dentro una grande crisi che poteva portare la città al declino nel corso degli ultimi due decenni è stata capace di diversificare la sua struttura produttiva. Oggi, una miriade di piccolissime, piccole e medie imprese innovative della manifattura e dei servizi è parte di filiere produttive lunghe ed internazionalizzate.

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