Beppe Grillo, Eutelia e altre storie

Beppe Grillo si è trovato con i lavoratori di Eutelia in lotta per il loro lavoro

Al Ministero, il ‘tavolo di crisi’, in piazza le proteste di 2.000 dipendenti assiepati davanti alla Camera dei deputati e Beppe Grillo su una sedia che arringa i manifestanti: questa la sfuocata cartolina che fotografa Eutelia nel suo giorno più difficile. “Fate come i francesi, fate come gli spagnoli”. Se non è un invito alla presa della Bastiglia, quello di Beppe Grillo contro i vertici di Eutelia, poco ci manca. Poi, il comico genose rassicura: “Beh non sono veri rapimenti, quelli francesi – precisa – sono sequestri in cambio di stipendi”. Una presenza incandescente e non occasionale, la sua. Alla manifestazione dei dipendenti del gruppo anche un battibecco con i sindacalisti: “Questa forma di lotta non serve più, qui non avete alcuna visibilità e le bandiere del sindacato non servono”. Rosso in volto, il sindacalista di turno non ha resistito: “Guarda, noi siamo qui a gestire la trattativa, non si può lottare individualmente”.

I lavoratori dei Eutelia hanno manifestato davanti alla Camera dei deputati per protestare contro il piano aziendale che prevede la cessione del ramo dell’information technology con la richiesta di mobilita’collettiva per quasi 2 mila addetti, distribuiti in tutte le sedi della Penisola. I lavoratori hanno organizzato un presidio in occasione dello sciopero di otto ore. Dai sindacati è stata confermata la linea dura: la richiesta per la salvaguarda dei posti di lavoro, la ricapitalizzazione del gruppo e il mantenimento delle attivita’ anche attraverso la costituzione di societa’ miste. I sindacati sono preoccupati, temono che la procedura di licenziamento collettivo possa partire gia’ a luglio, con la fine dei contratti di solidarieta’. Insomma, gli spazi di trattativa si fanno sempre più stretti e, fino ad ora, le parti non hanno fatto alcun passo in avanti, anzi le posizioni si sono irrigidite. E’ iniziato invece nel tardo pomeriggio il dialogo attorno al ‘tavolo di crisi’ al ministero dello sviluppo e del lavoro, che prevede anche la presenza di una rappresentanza della presidenza del consiglio, dei vertici di Eutelia e delle organizzazioni sindacali nazionali di categoria.

Le ragioni della disfatta

Scarsi investimenti, assenza di un piano industriale, valorizzazione del personale e formazione professionale pari a zero, ed ultime in ordine di tempo acquisizioni completamente sbagliate: tutte cause della forte instabilità aziendale di questi giorni.
E come ci ha abituato sempre più spesso la classe imprenditoriale del nostro paese, a pagare sono sempre e solo i lavoratori che vengono mandati in cassa integrazione per 12 mesi – ovviamente a carico dello Stato, tanto vituperato fino a che non fa comodo – peraltro senza la minima certezza del rientro.
E dopo la definizione di un accordo al Ministero ecco un’altra tegola sull’azienda con la nota indagine e le relative accuse di illegittimità fiscale a danno della proprietà e degli amministratori.

Anche la situazione giudiziaria non sembra entusiasmante

Tace il pm Roberto Rossi, titolare dell’inchiesta, tacciono le fonti di Palazzo di Giustizia, tace la Guardia di Finanza, che alle indagini ha portato il patrimonio della sua esperienza tecnica. E tuttavia il caso Eutelia, con le accuse di associazione a delinquere, falso in bilancio, appropriazione indebita ed evasione fiscale rivolte ai vecchi vertici della società, in particolare a sei membri della famiglia Landi che la controlla, è più scottante che mai. I termini previsti per legge dopo l’avviso di chiusura delle indagini stanno per scadere, già nelle prossime settimane potrebbero partire le richieste di rinvio a giudizio della procura. Dopo toccherà al Gip fissare la data dell’udienza preliminare.Il cosidetto «415 bis», ovvero l’atto con il quale il pubblico ministero informa gli indagati che è conclusa l’inchiesta a loro carico, ha raggiunto i quindici interessati alla spicciolata, fra l’inizio e la metà di aprile. Poi la palla è passata nel campo degli avvocati, due in particolare: Alessandra Cacioli, cui la gran parte degli accusati ha affidato la propria difesa, ed Ennio Amodio, celebre penalista milanese, già legale di Silvio Berlusconi, specializzato in reati finanziari. Un nome di assoluto prestigio che dimostra quanto Eutelia abbia preso sul serio l’inchiesta del Pm Rossi e sia decisa a ribattere colpo su colpo.

Nascere in Olivetti e morire in Eutelia: non è un bel destino

Nascere in Olivetti e morire in Eutelia: tale è il destino di centinaia e centinaia di professionisti dell’IT che in questi giorni agonizzano tra l’indifferenza generale, senza più alcuna prospettiva per il futuro perché tutti troppo “anziani” lavorativamente per rimettersi in gioco, e troppo giovani per dare l’addio al mondo del lavoro.

Ma la crisi, in tutto questo, c’entra ben poco: la nostra morte professionale è stata annunciata tre anni fa, quando Eutelia rilevò dipendenti, commesse e asset aziendali da Getronics, che era subentrata anni prima a Olivetti, per la misera cifra di 1 euro. Si tesseva già allora la trama di una tragedia dal finale senza incertezze.

Sembra però ci siano dei compratori, non si sa a quali condizioni

Parla il nuovo presidente della società Pizzichi: in una nuova sigla tutte le attività di It che si vogliono dismettere. Ci sarebbero già dei candidati. Secondo Samuele Landi, rappresentante di Eutelia, la situazione è giunta ad un bivio: la vendita del settore information technology oppure a casa tutti i dipendenti di Arezzo. Una soluzione, questa che non piace ai sindacati nazionali che, a quanto pare, si trovano ad affrontare una vertenza difficile, che non consente molti spazi di manovra

Cambia rotta la vertenza Eutelia. Sono almeno quattro le aziende che hanno fatto un passo avanti e si sono dette disponibili ad acquistare il settore information technology di Eutelia. I nomi sono chiusi nel cassetto del ministero dello sviluppo, ma, negli ultimi giorni, è stata verificata la loro concreta disponibilità a condurre in porto l’operazione. Le fonti ufficiali tacciono, ma le voci che si inseguono ripetono alcuni nomi sussurrati da tempo e comunque mai smentiti. Sono Almaviva, Bassilichi, Sirti e Mc Sistemi. Veri o presunti, ormai è certo: i compratori non sono fantasmi, sono venuti allo scoperto e hanno manifestato la loro volontà direttamente al ministero. In questa fase non si può pretendere di più.