Report e la Gabanelli aprono la scatola del digitale terrestre

Via Adg Informa

Polemica su Report, il programma di Milena Gabanelli in onda su RaiTre. La bufera si è scatenata in seguito alla puntata di domenica scorsa, il 24 maggio, sulle frequenze televisive e l’avvento del digitale terrestre. Si evidenziava come Rai e Mediaset continueranno a dominare il panorama televisivo italiano, nonostante la nuova tecnologia consenta un numero elevato di canali. Nel servizio, “Modulazione di frequenza”, c’erano contributi di: Fedele Confalonieri, presidente Mediaset; Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo; Paolo Romani, vice ministro delle comunicazioni; Corrado Calabrò, presidente Agcom dal 2005; Paolo Gentiloni, ministro delle Comunicazioni dal 2006 al 2008; Stefano Mannoni, commissario Agcom.

In seguito ad alcune dichiarazioni del vice ministro Romani su documenti riservati forniti da commissari dell’Agcom al giornalista Bernardo Iovene, il commissario Mannoni ha annunciato le proprie dimissioni da vicepresidente del comitato Italia digitale, l’organismo che coordina il passaggio alla televisione digitale terrestre. “Si tratta – spiega Mannoni – del punto di arrivo di un modo di fare del viceministro che tiene in scarsa considerazione le nostre competenze. Non ritengo dunque che vi siano più le condizioni per continuare la collaborazione”. La puntata di Report non ha però solo portato alle dimissioni di Mannoni, ma ha anche avuto un seguito politico.

L’intero programma è stato infatti aspramente criticato dal ministro dei beni culturali Sandro Bondi e dal presidente dei senatori del Popolo della libertà, Maurizio Gasparri. Quest’ultimo ha tacciato la trasmissione di essere “strutturalmente dedicata alla deformazione dei fatti”. Immediate le repliche degli esponenti del Partito democratico all’interno della commissione di vigilanza Rai, Giorgio Merlo e Fabrizio Morri, che considerano Report il fiore all’occhiello del giornalismo di inchiesta del servizio pubblico.

“Nonostante tutti i loro sforzi – afferma Morri – non riusciranno a chiudere una trasmissione che è tra gli ultimi baluardi del giornalismo d’inchiesta e di cui la Rai non può che essere orgogliosa”. Anche la risposta di Milena Gabanelli, naturalmente, non si è fatta attendere. La giornalista vorrebbe sapere dove e come lei e la sua redazione hanno sbagliato e quali, eventualmente, siano le notizie false. “Io rivendico con forza il mio diritto alla critica – spiega la Gabanelli – figuriamoci se non riconosco agli altri lo stesso diritto. Le accuse però vanno circostanziate accuratamente”.

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