I forzati del web atterrano sul pianeta dell’informazione

Via LSDI

’’OS, Operai Specializzati’’, ‘’forzati’’ dell’ informazione, ‘’pakistani del web’’: le immagini usate qualche giorno fa da Xavier Ternisien su le Monde per descrivere i giornalisti dei siti web*  sembrano a Benoit Raphael – un acuto osservatore francese di quello che accade nell’ online – una semplificazione eccessiva e una forzatura caricaturale della situazione del giornalismo online.

Quell’ articolo – scrive Raphael sul suo blog – evita in modo troppo evidente la necessaria rimessa in questione del vecchio modello di giornalismo  legato all’ industria della stampa per permetterci, noi professionisti dell’ informazione sul web, di discutere in maniera seria della questione: che cos’ è il giornalismo oggi? Quali sono i suoi nuovi ritmi, i suoi obbiettivi, le sue frontiere, le sue contraddizioni? Quale spazio danno i giornali cartacei, oggi in questa fase di crisi, alla loro necessaria mutazione?

E allora, dice Raphael, ‘’proviamo a mettere i piedi nel piatto’’

1- Precarietà, salari: dire che un giornalista è mal pagato, senza contestualizzare, non vuol dire niente.
E’ tutto il modello della stampa online e offline che bisogna prendere in esame, perché gli ‘’OS’’ dell’ informazione li si trova sulla carta stampata, nelle tv, in radio come sul web, da anni. Le griglie salariali variano secondo i media e secondo il loro modello economico.
2- Per esempio: che bisogno abbiamo di pagare (anche se male) dei giornalisti per riprendere e riconfezionare dei takes dell’ AFP o della Reuters?
3- Il paesaggio dell’ informazione è cambiato! L’ informazione  ha accelerato e si è tecnicamete scissa in due.