70% di costi di struttura: ecco perchè l’editoria deve virare al digitale

Via LSDI

La natura della struttura dei costi dell’ industria dei giornali sta provocando le attuali sofferenze del settore,  che richiede invece una profonda trasformazione per ridurre i costi fissi e spostare all’ esterno la stampa. Sono i risultati di una analisi di Moody’s Investors Service, citata da Sfnblog.

La struttura dei costi attuale – spiega Sfnblog – vede mediamente il 14% dedicato alla creazione dei contenuti, il 16% alla vendita della pubblicità, mentre tutto il restante 70%  va a stampa, distribuzione e mantenimento della struttura aziendale. Moody’s vede in questo squilibrio la causa della mancanza di flessibilità del settore.

“Questa situazione è una eredità dell’ integrazione verticale fra il momento della creazione dei contenuti e la produzione e distribuzione dei giornali’’, ha spiegato John Puchalla, vicepresidente di Moody’s  e senior newspaper analyst, secondo un articolo del CoStar Group. Tra l’ altro, mentre i ricavi pubblicitari continuano a calare, la crescita dei costi di stampa sta creando dei grossi problemi di liquidità per i giornali.

‘’I giornali devono invece rovesciare questa strategia di integrazione verticale sostituendola con una collaborazione industriale incrociata e attraverso un outsourcing dei processi di produzione e di distribuzione dei giornali’’, ha proseguito Puchalla. “Anche se i giornali possono perdere qualcosa in termini di controllo sui tempi e i processi di stampa, avrebbero a disposizione grosse risorse da investire in contenuti e tecnologie’’.

Puchalla ha aggiunto di ritenere imminenti nuove chiusure e ricapitalizzazioni se i quotidiani non riusciranno a monetizzare meglio i contenuti digitali e a tagliare i costi strutturali per competere con la crescente concorrenza nell’ industria delle notizie.