Frecciarossa: cento pendolari senza posto

Arriva l’alta velocità, ma i problemi restano: Via Repubblica

Nuovo orario e sempre gli stessi problemi: ritardi e sovraffollamento. Ieri è stato il primo giorno feriale in cui i pendolari piemontesi hanno sperimentato la rivoluzione ferroviaria dell´alta velocità, che tuttavia non ha eliminato i disagi. Ne hanno fatto le spese i passeggeri del Frecciarossa delle 7.37: 98 persone sono state costrette a viaggiare in piedi, con la paura di cadere lanciati a più di 300 all´ora, perché il posto garantito si ha solo pagando altri 3 euro oltre al già salato abbonamento.

«Tre quarti delle persone sono salite a Porta Susa, proprio la stazione che volevano eliminare – spiega un pendolare, Giancarlo Virga – e quasi cento sono rimaste senza posto: o si aggiungono carrozze o si mette un altro treno». Non solo hanno viaggiato scomodi, ma a Milano sono arrivati con 10 minuti di ritardo. Peggio è andata a chi viaggiava a mezzogiorno verso Torino, che ha accumulato un´ora di ritardo. E anche il treno della sera è arrivato da Roma a Milano 45 minuti dopo il previsto e lo stesso ritardo si è riversato sui viaggiatori che dal capoluogo lombardo dovevano tornare a Torino. A questi problemi si aggiungono quelli legati ai nuovi orari per chi da Milano viene a lavorare a Torino.

«L´orario è penalizzante: il treno che parte alle 8 da Milano non permette l´ingresso in ufficio prima delle 9,30 – spiega Davide Guggiola – Così alla sera non riusciamo a tornare con il treno delle 18,30 e ci tocca aspettare quello delle 20,30 e tornare a casa tardissimo perché non c´è nemmeno un convoglio tra le 19 e le 20, che è la fascia oraria più utile». E questi viaggiatori non possono nemmeno pensare di tornare con un altro treno, perché gli abbonamenti del Frecciarossa sui regionali non sono validi. E delusi sono anche i pendolari della “bassa velocità”, cui sono stati tolti i vecchi Eurostar, sostituiti con convogli vecchi. «Stamattina (ieri per chi legge, ndr) tre carrozze erano completamente congelate – lamenta Cesare Carbonari, storico leader dei pendolari della Torino-Milano – Inoltre ci sono sempre pochi posti perché il principio di Trenitalia è che per ragioni di sicurezza non ci possono essere più di tante carrozze per ogni ferroviere, ma in questi ultimi anni questo principio ha fatto sì che ogni treno sia passato da 13 a 10 vagoni in media, perdendo 200 posti a viaggio».