Politici, amministratori e lavoratori e il CSI Piemonte

C’erano circa un centinaio di persone al convegno organizzato da Rifondazione sul futuro del CSI, per la maggior parte dipendenti dell’azienda che volevano sentire cosa aveva da dire sul tema la Presidente Bresso. Fra questi anche una buona rappresentanza di dirigenti. All’inizio del convegno Mercedes Bresso ha telefonato scusandosi perché non poteva essere presente per motivi personali, ma poi si è presentata all’ora di pranzo.

La parola è passata subito a Renzo Rovaris, direttore dell’ente, che ha voluto rassicurare sul fatto che non era necessario l’SOS indicato nel volantino, ma che l’azienda è in attivo, una trentina di milioni di euro messi da parte. In tempi d’oro il CSI spendeva per le consulenze esterne tanto quanto spendeva per i dipendenti. Ora che c’è la crisi che porta a privilegiare gli interni e quindi a causare una certa sofferenza alle aziende che prima avevano dei subappalti. Esiste invece una criticità finanziaria che dipende dai tempi di pagamento degli enti.

Il preoccupante è che il CdA ha concordato che entro tre anni una riduzione di 100 unità degli organici per riflettere la riduzione dell’attività incaricata dagli enti. Sarebbe interessante capire in base a quali parametri saranno licenziate le persone.

A seguire ha parlato una una rappresentante dell’ RSU CSI, che ha sottolineato che dopo la proclamazione dello stato di agitazione sono stati ricevuti dal vicesindaco e il 27 dicembre dall’assessore Bairati, che hanno rassicurato, per quanto in loro potere, sulla volontà di non fare del CSI uno spezzatino , ma non hanno rassicurato sul fatto che nessuno ha proposto un piano industriale.

Luciano Gallino ha  ripetuto in sintesi quanto scritto nell’articolo di Repubblica.

A questo punto la parola al pubblico. Un altro rappresentate dell’RSU CSI ha chiesto che gli impegni verbali di Bairati fossero formalizzati. Un’altra voce ha elogiato il ruolo del CSI, invitando a non cadere nella tentazione piemontese/torinese di smantellare quello di buono che abbiamo, come accadde per l’Olivetti.

E’ stato poi chiesto a Gallino che commentasse la situazione dei precari. Gallino ha risposto che è vero che ci sono degli interinali in CSI in condizioni difficili ed ha sostenuto che l’azienda CSI non ha mai fatto uso di tipologie contrattuali troppo atipiche.

La parola è passata a Valentino Castellani. Secondo l’èx sindaco di Torino il CSI è stato creato con leggi e statuti in grado di dargli un’equlibrio di potere. Il CdA è l’espressione della volontà dei consorziati ed è lui a nominare il Direttore, responsabile unico della gestione. Se non opera bene, è il CdA che gliene deve chiedere conto e nel caso cambiarlo, ma la politica non deve entrare attivametne nelle questioni di gestione. Castellani ha fiducia che il CSI stia svolgendo la propria missione ed al contrario di altre realtà simili è stato ad oggi privo di scandali e vicende giudiziarie.

La parola a Roberto Borri, del CSP, che ha ricordato il ruolo del CSI come coordinamento del sistema, ma è stato latitante nella ricerca, e nei suoi rapporti col CSP.

Poco dopo mezzogiorno è arrivata Mercedes Bresso di persona. che ha assicurato  che se vincerà le prossime elezioni non smantellerà il CSI, che considera il cervello del sistema informativo regionale. Gradualmente dovrà continuare la sua trasformazione già in atto, occupandosi della consulenza in materia di sistema informativo. Infatti, se le leggi nazionali in merito di federalismo saranno applicate, alla Regione passeranno le competenze in materia di istruzione e quindi ci sarà da realizzare il sistema informativo per gestire decine di migliai di persone nel comparto . In caso di federalismo fiscale, ci sarà da realizzarne il sistema di gestione.

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