Svuotate le cantine del Grinzane

Via repubblica.it

Non sarà l’audace colpo dei soliti ignoti. Ma è comunque un bel colpo anche quello che “ignoti”, non si sa se “soliti” o meno, hanno messo a segno venerdì sera nelle cantine dell’ex premio Grinzane Cavour, all’interno del palazzo torinese di via Montebello 21, già regno e dimora (ancora) di Giuliano Soria. Il bottino consiste in un numero imprecisato di bottiglie di vino, dal Barolo al Barbaresco, dal Dolcetto al Barbera, tutte di pregio, trafugate dai misteriosi ladri entrati, a quanto pare, da un lucernario che dà sulla strada.

Avvertito del “grisbì” enologico, il giorno dopo, Enrico Stasi, liquidatore dell’ex impero del professore e custode quindi delle bottiglie in quanto patrimonio del Grinzane, non ha potuto fare altro che denunciare l’accaduto ai carabinieri. Nello stesso tempo ha dovuto avvisare Caterina Bottari Lattes, acquirente di una parte dei beni del defunto (per ora) premio, della sparizione del vino. Il tesoretto vinicolo di Soria – si parla oltre diecimila bottiglie stipate in undici locali, per un valore che si aggirerebbe tra i 150 e i 200 mila euro – era stato messo assieme nel tempo grazie alle donazioni effettuate da diversi produttori, non soltanto piemontesi. Il professore, come ogni feudatario che si rispetti, annualmente veniva omaggiato e rifornito a dovere. A volte “era lui in persona a scegliere il tipo di vino, indicandone la quantità e la qualità da ricevere”. Lo ricorda con rabbia, ma pure un po’ divertito, un noto imprenditore delle Langhe, che gli dava ogni anno non meno di 120 bottiglie tra quelle di Barolo, di Barbaresco e di grappa.

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