La versione Rai del blackout del digitale terrestre in Piemonte

Via IlPost

Mentre molti di noi seguivano la partita dell’Italia, ieri pomeriggio, su internet sono cominciate a circolare isolate (isolate in Piemonte) grida di allarme: aiuto, dicevano, a Torino la partita non si vede più. Ma stava finendo il primo tempo, eravamo sull’uno a uno, e il resto del paese non se ne è accorto. Quelli che invece erano rimasti collegati anche mentre seguivano la partita hanno visto balenare sui social network gli allarmi piemontesi ma hanno risposto al massimo con un “non rompete, c’è la partita”.

Oggi il disastro Rai di ieri pomeriggio sta assumendo dimensioni più vistose e visibili: ci sono articoli di giornale, interrogazioni parlamentari e agitate polemiche. E meno male che la partita è stata mediocre. Però non si capisce ancora esattamente cosa sia successo, o perché sia successo. Questo è quello che si ricostruisce in Rai.

Il ripetitore di Torino Eremo, sulle colline a sudest di Torino, che distribuisce il segnale sulla città e sulla zona circostante ha smesso di ricevere energia intorno alle 16,40, con l’Italia sull’uno a uno. L’energia arriva dalla municipalizzata AEM che distribuisce l’energia del gestore nazionale ENEL. Le ragioni di questa interruzione non sono chiare, e il tema è molto delicato: a seconda delle spiegazioni che l’AEM comunicherà ufficialmente, la RAI potrebbe chiedere una rivalsa economica ingentissima rispetto ai danni procurati dall’interruzione. Al momento è circolata l’informazione che “si stava lavorando su una linea”, insieme alla tradizionale versione del “fulmine”.

È un’evenienza altamente improbabile, ma la struttura contempla una soluzione di emergenza: i gruppi elettrogeni autonomi possono tamponare un problema del genere per diverse ore. Ma il guaio nella fornitura non si è limitato a un’interruzione: sono seguiti diversi sbalzi di tensione “di portata inaudita”, dicono in Rai (dicono anche “una botta paurosa”) durati almeno dieci minuti. Gli sbalzi hanno “bruciato” i condensatori a valle dei generatori, rendendo così inutilizzabile la fornitura di riserva che non poteva raggiungere i ripetitori.