La storia di Unicredit scritta da analisti non omologati

Via Sbilanciamoci.info

E’ il primo gruppo bancario in Italia, il secondo in Germania. Ricacciato in poco tempo dalle stelle della finanza globale alle stalle dei feudi partitici. Ecco come, dopo le dimissioni di Profumo, procede una mostruosa concentrazione di potere politico-economico-finanziario. Prossima tappa: Mediobanca-Generali

In termini generali Unicredit, come del resto la gran parte del sistema bancario italiano, si trova oggi stretta tra esigenze e spinte tra loro difficili da conciliare. Appare intanto evidente la necessità di una maggiore capitalizzazione; senza un maggiore livello di mezzi propri è impossibile per le banche assumersi rischi maggiori e finanziarie quindi adeguatamente un’economia reale come quella italiana, chiaramente in difficoltà.

Il progetto di Basilea3 imporrebbe agli istituti regole più impegnative sul fronte dei livelli di mezzi propri, anche se in misura moderata, ma i banchieri sono restii ad accettarle per la possibile riduzione di redditività che esse comporterebbero. Ma tale riduzione sembra inevitabile per avere un sistema finanziario più solido. Inoltre, va avanti un progetto di regolamentazione a livello europeo sui derivati, i credit default swap e la vendite allo scoperto. Verrà poi la luce una regolamentazione più stringente sulle banche più grandi. Tutte queste iniziative, ed altre ancora soltanto annunciate, porranno delle questioni impegnative anche per il nostro sistema bancario. Sul fronte finanziario si preannuncia comunque un periodo di ridotta redditività e di taglio dei dividendi.

Parallelamente, tornando al presente, non va trascurata la constatazione di crescenti e in qualche modo preoccupanti perdite su crediti indotte dagli effetti della crisi. Così, ad esempio, per quanto riguarda Unicredit, il rapporto crediti deteriorati netti/ crediti verso la clientela è passato dal 2008 al 2009 dal 3,2% al 5,5% e i primi mesi del 2010 sembrano segnare un ulteriore, anche se modesto, peggioramento della situazione.

Infine bisogna ricordare come un persistente problema della scena finanziaria italiana, tuttora non risolto neanche con la crescita delle dimensioni e dei livelli di efficienza del nostro sistema bancario, è rappresentato dalla difficoltà di ottenere credito da parte delle imprese di minori dimensioni.

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