A dicembre scadrebbe il decreto Pisanu

Via Alessandro Gilioli

Il decreto Pisanu fu approvato – con scopi  di “antiterrorismo” – subito dopo gli attentati di Al Qaeda a Londra: curiosamente, però, una norma del genere esiste solo in Italia. Varato come “provvisorio”, viene invece rinnovato ogni anno: di solito nel “decreto Milleproroghe”, quello che i parlamentari approvano frettolosamente sotto Natale prima di tornare a casa per le feste. Con buona pace di un Paese dove “le reti mobili sono al collasso” (Corrado Calabrò, presidente dell’Agcom), con un tasso di crescita risibile di penetrazione del Web (siamo, in percentuale sulla popolazione, al ventunesimo posto nell’Unione europea superati anche da Polonia e Cipro) e con tassi di crescita inferiori a quelli romeni (dati Internet World Stats).
Non si ha notizia, allo stato, di alcun attentato islamista sventato grazie alla legge borbonica sull’Wi-Fi: si sa in compenso che lo stesso Pisanu si è pentito e già un anno fa si era augurato un “superamento” del decreto che porta il suo nome. Ma non lo hanno ascoltato, e la legge – pur rimasta orfana – è stata impacchettata nel Milleproroghe anche per tutto il 2010.

E il prossimo dicembre, che cosa succederà? “Basta, adesso basta: quest’anno bisogna dire no”, risponde Vincenzo Vita, Pd, uno dei non molti parlamentari italiani attenti alla Rete: “Abbiamo sbagliato, noi del centrosinistra a votare il decreto in passato e adesso stiamo raccogliendo firme per non prorogarlo ancora. è una legge brutta, inutile e antistorica”. Un parere deciso che trova una sponda anche tra i berlusconiani: “Se saremo chiamati a esprimerci sul rinnovo del decreto Pisanu, voterò contro”, dice Roberto Cassinelli, Pdl, autore di una proposta di legge che modererebbe gli effetti nefasti del Pisanu, finita però nei cassetti di Montecitorio. Aggiunge il parlamentare Pdl: “Mesi fa il ministro Maroni aveva convocato una sorta di tavolo informale per Internet, al quale avevo partecipato, in cui si era parlato di molti aspetti da rivedere, tra cui proprio questo. Poi, complici l’agenda politica bollente e le vacanze estive, non si è concretizzato nulla”.