Le tv private stritolate fra Berlusconi, controinformazione e digitale terrestre

Luciano Borghesan su Lastampa.it

Berlusconi ci sta uccidendo», l’Sos giunge dai responsabili delle tv piemontesi che si uniscono al coro nazionale dell’emittenza privata contro il governo. «In un sol colpo – dicono – il decreto Milleproroghe spazza via 45 milioni di euro destinati alle radiotv locali e la Legge di stabilità sottrae all’emittenza nove canali (dal 61 al 69) per destinarle a Mediaset, Rai, Telecom e Sky».

E’ la rivolta di televisioni storiche verso chi si affermò in nome della «libertà d’antenna» contro il monopolio Rai: «Il gruppo Mediaset di Berlusconi persegue da tempo un disegno che prevede il nostro annientamento – avverte Davide Boscaini, da trent’anni impegnato con Quartarete -: Striscia la notizia e le Iene hanno fatto a gara per minare la credibilità delle nostre emittenti, con inchieste su aste, televendite, cartomanti, denunciando truffe, vero, ma senza mai evidenziare che certi personaggi erano diventati tali grazie a trasmissioni nazionali di Rai e Fininvest. Hanno generalizzato, e noi abbiamo perso gli introiti pubblicitari anche di chi non c’entrava con Vanna Marchi e simili. Poi il passaggio al digitale, che a noi non serviva, ora i tagli, la retrocessione a canali che si trovano sul telecomando in collocazioni inarrivabili, l’impossibilità di coprire con il segnale l’intero Piemonte, a causa della suddivisione delle regioni in più aree tecniche. Ci stanno macellando».


Frt e Aeranti Corallo, gruppi che riuniscono le emittenti locali, hanno abbandonato l’associazione DGTVi costituita con Rai, Mediaset, Telecom, DFree per lo sviluppo della tv digitale. Il presidente Frt, Maurizio Giungo, e il fiduciario per il Piemonte, Mauro Lazzarino, editore di Grp, puntano il dito sul conflitto di interessi di Berlusconi: «Mediaset è al contempo azienda monopolista e Governo, pare aver deciso di chiudere in modo preventivo e definitivo il pluralismo televisivo, a favore di un dominio informativo assoluto». Piero Manera, presidente di Retesette, rincara: «Mediaset una volta suggeriva le leggi, ora le scrive». Con Telestudio, Telesubalpina, Telecupole, Videogruppo, Primantenna, Telecity e altre sono allo studio varie iniziative: ricorsi al Tar, incontri con l’Agcom, con commissioni del senato, ministeri, partiti. Sarà realizzata una serata trasmessa su tutte le tv per informare il pubblico della grave situazione.