Lo shopping delle televisioni verso i quotidiani italiani

Dal primo aprile 2011 i proprietari di network televisivi potranno acquistare quotidiani.

Dal primo aprile di quest`anno potrebbero aprirsi nuovi spazi di crescita, nell`editoria quotidiana, per i big della comunicazione. Salvo l`approvazione di un decreto, da parte del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, di concerto con il ministro dell`Economia Giulio Tremonti, che prolunghi a fine 2011, o ad un altro termine, il divieto di entrare nel mercato dei quotidiani per chi «eserciti attività televisiva con più di una rete».

E`stato cancellato a penna anche il comma che spostava il divieto di incroci tv-quotidiani al 31 dicembre 2o1i. Adesso resta solo vietata, sino al 31 marzo, l`acquisizione di partecipazione in imprese editrici di quotidiani o la costituzione di nuove imprese editrici a chi ha «più di una rete».

Si parla di tentativi di Mediaset di scalare il Corriere. L’obiettivo  degli uoimini di Berlusconi potrebbe essere diverso: non passare necessariamente attraverso una scalata borsistica, ad esempio orientarsi verso un grosso quotidiano con sede a ovest di Milano.

Via Repubblica

L’ex presidente di Rcs Cesare Romiti auspica che Mediaset non si interessi alla carta stampata sulla scorta della norma sugli incroci tra tv e stampa contenuta nel decreto milleproroghe.     “Credo che sarebbe un passo ulteriore gravissimo della nostra economia e del nostro sistema di vita”, ha detto Romiti, sottolineando che peggiorerebbe il “sistema di libertà” garantito dai giornali italiani. “Vedo che c’è un pò di turbolenza, mi auguro ci sia senso dello Stato”, ha detto.
Durissimo anche con Fedele Confalonieri. L’ex presidente di Rcs ha affermato di non credere alle affermazioni del presidente di Mediaset che ha bollato come “stupidaggini” le ipotesi di un ingresso dell’azienda nella proprietà di quotidiani come ‘Corriere della sera’. “Non ci credo – ha detto Romiti – perché quando uno fa queste dichiarazioni dietro chissà cosa ha”.
“C’è un pò di turbolenza. Finchè sono rimasto in Rcs abbiamo fatto sì che ci fossero pochi azionisti. In pochi azionisti si governa meglio e nessuno di loro allora si era introdotto nei giornali. Oggi non è più cosi, allora facevamo diversamente”. Romiti, auspica che venga tutelata la “libera informazione” che nasce dai giornali.