Gli incentivi per evitare la definitiva rottamazione dei giornali tradizionali

La domanda sorge spontanea: la Fieg vuole una politica industriale di sostegno per mantenere il suo vetusto monopolio sull’informazione ? Tutti gli altri che fanno informazione in maniera più seria e trasparente non reagiranno a evidenti metodi per modificare gli equlibri della competitività nel settore ? (via Repubblica)

Dopo aver evidenziato i dati positivi del 2010, Malinconico ha chiesto alle istituzioni “una politica industriale di sostegno”. In primis la Fieg sollecita misure incentivanti come la detassazione degli utili reinvestiti in beni strumentali innovativi. E poi, il rifinanziamento del credito agevolato per progetti di ristrutturazione, innovazione e formazione professionale.

Internet guida la ripresa. Nonostante le forti criticità, le imprese editrici nel 2010 e nei primi mesi del 2011 hanno dimostrato capacità di reazione. E a guidare la ripresa è internet: A fronte di meno copie di quotidiani vendute nel 2010 (-4,3%) e meno pubblicità incassata dai giornali (-2,6%), gli editori hanno maggiormente qualificato l’offerta online. La percentuale di utenti unici dei siti dei quotidiani sull’utenza complessiva è salita in un anno dal 38,3 al 45,4%. C’è ancora il problema del ritorno economico degli investimenti, e i modelli evoluti di accesso a pagamento, i cosiddetti “paywall” sono ancora un’incognita.

1 commento su “Gli incentivi per evitare la definitiva rottamazione dei giornali tradizionali”

  1. Io ho l'impressione che sia in atto un processo irreversibile di disintermediazione dell'informazione. Gli incentivi pubblici non otterranno l'effetto desiderato: drogheranno il mercato e allungheranno l'agonia di un settore che sarà comunque costretto ad una pesante e dolorosa ristrutturazione. C'è solo da augurarsi che a sopravvivere siano i migliori: la relativa buona salute di Repubblica e del Fatto Quotidiano lasciano ben sperare.

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