Wolfgang Achtner si candida alla direzione del TG1: il direttore tecnico che serve

Ricevo e pubblico. Per quelli che non sapessero chi è Wolfgang Achtnerun breve CV di Wolfgang

Caro Vittorio,  Ti scrivo per informarti che ho deciso di avvisare il CdA della Rai che sono disponibile ad accettare l’incarico di direttore del TG1.

Credo di avere le carte in regola per questo incarico: sono indipendente politicamente, la mia carriera di giornalista televisivo include oltre vent’anni di esperienza con alcune delle principali testate giornalistiche televisive mondiali tra cui l’ABC News, la CNN e la Press TV, sono uno dei pionieri del videogiornalismo – il giornalismo televisivo praticato da un giornalista che effettua da solo le riprese per i suoi servizi sul campo – e autore di numerosi documentari d’attualità. Inoltre, ho una notevole esperienza nel campo della formazione: sono l’autore dell’unico testo accademico sul giornalismo televisivo in italiano e, oltre ad essere stato titolare di corsi universitari, ho gestito corsi di formazione per videogiornalisti e sulla comunicazione televisiva per il Gruppo Espresso e altri importanti aziende italiane.

Nel momento in cui un nuovo governo è al lavoro per salvare il Paese, sono convinto che un buon esito dipenda da una consapevole partecipazione dei cittadini italiani e questo richiede una buona informazione, in particolar modo televisiva, che attualmente non c’è. Per cui, ritengo che sarebbe indispensabile offrire agli italiani quello che in questo Paese è sinora sempre mancato: un telegiornale pubblico comparabile per qualità giornalistica e tecnica ai migliori telegiornali internazionali, come la BBC, la CNN, o Al Jazeera International, tanto per fare alcuni esempi.

In base alla mia consolidata esperienza internazionale in campo televisivo, ti posso assicurare che, salvo rarissime eccezioni, quello che passa per informazione televisiva in Italia è pura propaganda politica. Credo di non esagerare se affermo che telegiornali peggiori, da questo punto di vista, si possano trovare soltanto nella Corea del Nord. Inoltre, l’opinione condivisa dai colleghi stranieri è che i TG Rai sono scadenti anche dal punto di vista tecnico.

Sono convinto che senza un giornalismo televisivo degno del nome – che abbia uno standard giornalistico e tecnico paragonabile a quello dei telegiornali americani e dei principali paesi europei – non potrà mai esservi in questo Paese un sistema democratico compiuto né un sistema economico sano.

Come ho accennato all’inizio della mia lettera, mi sono permesso di contattarti perché – mosso dallo stesso spirito di servizio di cui ha parlato il Prof. Mario Monti – ho informato il CdA della Rai che sono interessato e disponibile per risanare e ricostruire il TG1 e il sistema informativo dell’azienda pubblica, uniformandolo a quello dei principali telegiornali pubblici e privati degli altri paesi occidentali.

Sono certo che sarei in grado di rimotivare i buoni giornalisti che sono stati scoraggiati e emarginati negli ultimi anni; inoltre, sono convinto che si potrebbe creare una specie di bottega rinascimentale, dove un TG1 Rai rinato potrebbe diventare un punto di attrazione per i migliori elementi del Paese, quelli che oggi vengono esclusi per fare posto a persone scelte sulle base della loro affiliazione politica invece che delle loro capacità.