L’insostenibile stupidità dell’automobilista milanese e italiano in generale rispetto alle piste ciclabili

Vi ammazziamo tutti” è la risposta che un gruppo di automobilisti ha dato davanti alla richiesta di liberare la pista ciclabile di Vittor Pisani, troppo spesso considerata come un comodo parcheggio per raggiungere i locali con pochi passi. Il culo di molti motorizzati pesa e dal sedile della macchina alla poltrona del bar per molti è inconcepibile che possano passare più di venti metri. E’ giovedì sera sono le 23.00 la Critical Mass, biciclettata collettiva che ogni settimana raccoglie i ciclisti milanesi passa in Vittor Pisani. Il grande viale che porta alla stazione centrale è completamente occupato. Le auto sono parcheggiate sulla pista ciclabile e su una delle due corsie in direzione di Piazza Duca D’Aosta. Partono le telefonate alla Polizia Municipale: “c’è una pattuglia in zona stiamo arrivando”. Dal locale escono i clienti e un signore sulla quarantina che si qualifica come il gestore dei locali. Volano insulti alla volta dei ciclisti : “levatevi dai coglioni”.



Gli animi si scaldano quando le auto che provengono da Piazza della Repubblica iniziano a suonare. Il traffico è rallentato e innervositi gli automobilisti sfrecciano sulla corsia centrale dei taxi. Un ciclista viene investito. Dal locale partono le minacce: “adesso usciamo e vi riempiamo di botte”. Detto, fatto. Escono in quattro ben piazzati volano pugni e spintoni. Un ciclista finisce a terra un altro ferito al volto. I ciclisti rimettono mano ai cellulari e chiamano il 118.
Passeranno quaranta minuti dalla prima telefonata prima che vigili e ambulanza si palesino, seguiti da tre auto dei Carabinieri che però lasceranno ai Ghisa il compito di intervenire. Il ciclista una volta soccorso accompagna i vigili nel locale con un gruppo di testimoni alla ricerca degli aggressori che naturalmente nel frattempo si sono dati alla macchia. Alla Critical Mass non resta che l’amara consolazione di aver fatto liberare una pista che ogni giorno viene occupata dalle auto. La fetta di panettone mangiata su uno dei viali più belli della città ha un sapore amaro, l’eco della promessa di chi si sente il padrone di Milano, al di sopra delle regole e della decenza: “Vi ammazziamo tutti”. Questa volta non ci sono riusciti, forse loro al panettone nemmeno ci sono arrivati, costretti a scappare dopo le botte e il parcheggio in doppia fila. Restano un’infinità di domande. Quaranta minuti per un intervento dopo un aggressione non sono forse troppi? Le multe per chi occupa le piste e le corsie delle strade per evitare la fatica di trovarsi un parcheggio non sono forse troppo poco? Chi utilizza la bicicletta per spostarsi una città inquinata come Milano non dovrebbe forse essere considerato in modo diverso?

Il metodo migliore per sistemare la vicenda è passare vicino all’automobile con la pedivella bella piazzata verso la carrozzeria del truzzo vergognosamente maleducato e normalmente recidivo. il dolce rumore metallico vi appagherà del mancato supporto dei vigili urbani e farà passare al truzzone spesso alcolizzato e con l’ormone troppo alto, la voglia di rifarlo.