Il 19 e 26 maggio 2013 si vota per l’Ordine dei giornalisti: riformarlo in fretta o abolirlo, ma sopprattutto non delegare ai soliti

Il presidente Odg Enzo Jacopino scrive ai colleghi piemontesi (e non solo). Si cercano uomini di buone speranze .

Cari colleghi, siamo all’antivigilia di un appuntamento importante: le elezioni per il rinnovo dei vertici dell’Ordine dei giornalisti, a livello regionale e nazionale.Sono, legittimamente, in corso tanti ….. lavori. C’è chi cerca consensi per farsi confermare nell’incarico (e sarebbe corretto facesse un rendiconto dell’attività svolta per onorare realmente il mandato ricevuto) e chi manifesta ora un interesse, apprezzato, per i problemi della categoria. Si vota il 19 maggio. Il 26 è prevista la votazione di ballottaggio. Due diverse tornate, precedute da una prima, fissata per il 12, che va quasi ovunque deserta perché è necessario partecipi al voto la metà più uno degli aventi diritto. Inimmaginabile, purtroppo, soprattutto per gli Ordini più grandi.

So che molti hanno tanti problemi, priorità diverse rispetto ad un impegno per e nell’Ordine. Ma, credetemi, è stato davvero durissimo creare condizioni perché nascesse la Carta di Firenze e ancor più complesso l’iter alle Camere per l’approvazione della legge sull’equo compenso. Ora ci sono tante rivendicazioni di paternità e per l’una e per l’altra. I più attivi in questa azione di propaganda sono quanti sono stati a guardare o, perfino, hanno creato difficoltà o dichiarato, anche pubblicamente, la loro distanza da quelle scelte. Ma non è tempo per le polemiche, occorre lavorare poter costruire un futuro migliore, soprattutto per quanti sono trattati da “ultimi”. La Carta di Firenze e la legge sull’equo compenso non sono la soluzione: sono solo strumenti molto importanti. La soluzione passa per l’impegno costante a difesa della categoria, per la volontà di tutelare i diritti dei mille e mille “ultimi”, sfruttati come schiavi o quasi, non di rado con la complicità di molti iscritti all’Ordine preoccupati di mantenere i fragili privilegi di cui godono. Abbiamo molta strada da percorrere. Per questo mi piacerebbe che voi, quelli che sono stati al centro di questa consiliatura da me presieduta, partecipaste in prima persona alla consultazione. Non avete mai avuto, prima d’ora, tanta voce, tanta attenzione per i vostri problemi. Ma nessuno può rappresentarvi meglio di quanto potrete fare voi stessi. Nessuno: per quanta sensibilità abbia dimostrato o per quanta sensibilità ora dichiari con una scelta di tempo che autorizza qualche sorriso. Ecco perché vi chiedo di partecipare alle elezioni. Non solo andando a votare, ma impegnandovi in prima persona. Ho visto “nascere” moltissimi nuovi professionisti, dal 2007, cioè da quando sono stato segretario dell’Ordine, prima, e dal 2010, da presidente. Siete tanti, tantissimi. Create un contatto tra voi e scegliete chi ha voglia e possibilità di rappresentarvi nei Consigli regionali e in quello Nazionale. Non c’è bisogno di raccogliere firme né presentare candidature ufficiali. La legge prevede che possa essere eletto chiunque abbia 5 anni di iscrizione all’Ordine (comunque maturata, con la possibilità di cumulare l’iscrizione nell’elenco dei pubblicisti e in quello dei professionisti). Ma tutti gli iscritti hanno il diritto di votare (potrei dire il dovere di farlo). Tutti. In Piemonte siete una vera forza, molti di più di quanto pensiate e tanto numerosi da poter determinare l’elezione di più colleghi tra voi. Mettetevi in gioco, portate la vostra voce direttamente negli organismi di categoria. Se avete voglia di farlo, se avete bisogno di qualcuno che tenga i collegamenti tra di voi, sapete già che potrete contare sul mio aiuto. Senza di voi, senza il vostro impegno, la possibilità di un tuffo in un buio passato nel quale eravate invisibili sarebbe ben più di un rischio.

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