Ilfattoquotidiano.it sceglie la strada del crowdfunding per fare il botto

Via Il Fatto Quotidiano

Ci siamo. Dopo quasi tre anni di vita ilfattoquotidiano.it prova a spiccare il grande salto. Per questo, d’ora in poi, il nostro web giornale lo potrete fare anche voi. In redazione e con gli utenti ne abbiamo discusso a lungo. E abbiamo capito che, per tentare di competere subito alla pari con i giganti della Rete, abbiamo un’unica strada. Mantenere gratuito il sito, ma coinvolgere i navigatori nell’ideazione dei servizi e chiedere di partecipare, a chi può e lo vuole, al nostro progetto con un piccolo contributo economico: un abbonamento volontario da 3 euro e 99 centesimi al mese che abbiamo chiamato “utente sostenitore”.

I numeri, del resto, parlano chiaro. In meno di tre anni l’homepage de ilfattoquotidiano.it è diventata la terza homepage italiana dopo quelle delle corazzate di Repubblica.it e Corriere.it. Con molti meno soldi, con solo 10 giornalisti e con soluzioni tecnologiche che (per usare un eufemismo) lasciano ancora a desiderare, in marzo abbiamo tenuto una media di quasi 700mila browser unici giorno (oltre 9 milioni mese) e abbiamo sfiorato i 100 milioni di pagine viste (dati Nielsen Sitecensus).

Ci servono altre risorse per poter informare, far discutere e riflettere un numero sempre più alto di persone. Ci servono investimenti per far lavorare nuovi colleghi, per aumentare le inchieste, le notizie, i video, per commettere meno errori (anche nella moderazione dei commenti). Ci servono fondi per non rallentare la nostra crescita, per continuare a dire quello che gli altri non dicono, per dare ancora più spazio nei blog a opinioni diverse tra loro che, a volte, sanno trovare punti di vista in comune. Senza mai mescolarsi, ma confrontandosi sempre a viso aperto.

Per migliorare e ottimizzare le forze, con Antonio Padellaro, il maggior sostenitore del nostro progetto, abbiamo preparato un piano per l’integrazione tra i colleghi delle redazioni carta e web de Il Fatto Quotidiano (che continueranno però ad avere direzioni separate), ma abbiamo fretta. Perché la partita con i big della Rete va giocata adesso.