La perfezione di Yoani Sanchez come ragazza immagine anti castrista

Via Gennaro Carotenuto

Su questo sito abbiamo ragionato molte volte sulla «perfezione» di Yoani come ragazza immagine della critica radicale della Rivoluzione cubana nel XXI secolo. Giovane, donna, dall’aspetto gradevole e fragile, pienamente inserita nel flusso del web 2.0 in un paese dove ciò è precluso (per motivi non necessariamente politici) ai più, scrive di cose banalissime ma comprensibili a tutti: malfunzionamenti, burocratismi, abusi piccoli e meno piccoli, male di vivere di una generazione che ha perso il miglior slot della storia all’Avana come a Madrid o Roma. Se a scrivere di tali frustrazioni è un giovane che vive in un paese liberal-democratico non merita alcuna attenzione, se invece ciò si riferisce alla Cuba dell’ultimo decennio ecco che ci si può trasformare per Time in una delle cento persone più influenti al mondo, addirittura «un essere superiore», come questa settimana l’ha definita con sprezzo del ridicolo il quotidiano spagnolo di destra “El Mundo”.

A ciò si aggiungano altre due cose: a) la recettività/convenienza/sicariato dei media nel veicolare qualunque notizia su/contro Cuba e l’America latina integrazionista. Tempo fa un tweet nel quale la Sánchez lamentava di non aver linea sul cellulare (potendolo comunicare) fece il giro del mondo mentre le decine di giornalisti assassinati in quattro anni dal regime filostatunitense in Honduras non meritano una sillaba. B) La stupidità dei corpi repressivi in ogni parte del mondo hanno fornito alla Sánchez più volte la possibilità di rappresentarsi come in pericolo di vita, repressa, conculcata nelle sue libertà fondamentali. Cosa che è in parte vera, ma in parte è da questa esagerata e amplificata da media mainstream compiacenti.

Insomma il nostro «essere superiore» è cinica abbastanza da profittare di ogni spazio e, se d’uopo, se li inventa, come quando lo scorso anno speculò a lungo sulla morte del povero Oswaldo Payá -uno dei pochi oppositori seri della Rivoluzione- che invece era interamente responsabilità di un dirigente del PP spagnolo, Carromero. I media riprendevano il suo punto di vista, completamente infondato e inventato, senza verifica alcuna: Payá ammazzato da Fidel, lo dice Yoani.

Anche se i latinoamericanisti dei grandi giornali sostengono che contro Cuba anche la menzogna più sfacciata è lecita, è questa la Yoani Sánchez che non merita alcun credito, nel momento nel quale sappiamo che guadagna prestigio e soldi ogni volta che confeziona notizie false e tendenziose.