Il caso Radio Sportiva

Via Corriere

Solo un citofono con la scritta Radio Blu, storica emittente toscana che divide con «Sportiva» — oltre che l’editore, la società Media Hit di Loriano Bessi — i circa cento metri quadrati di un appartamento al terzo piano. Due stanze in tutto, nelle quali dal 1 dicembre 2010 si alternano ai microfoni i 12 giornalisti che, in due turni di otto ore, raccontano ogni giorno partite di calcio, allenamenti delle squadre di serie A e B, conferenze stampa degli allenatori, personaggi ed eventi dello sport. Un mix di cronaca e opinioni, tutto in diretta, che in nemmeno sette anni è riuscito a conquistare una fetta di pubblico sempre più ampia e affezionata.

Da due giorni la redazione è in sciopero e le trasmissioni sono ferme (vanno in onda solo repliche) per protesta contro il licenziamento-allontanamento di uno dei giornalisti (Dario Ronzulli) e contro i ritardi nei pagamenti degli stipendi. Un braccio di ferro che va avanti da quattro mesi, da quando cioè un’ispezione dell’Inpgi (l’istituto nazionale di previdenza) ha riscontrato una serie di irregolarità. «I giornalisti — sottolinea l’Ast, il sindacato di categoria — conducono, senza un regolare contratto di lavoro, trasmissioni che iniziano alle 8 e terminano alle 24. Questo impegno, che si protrae da 6 anni, si chiama lavoro a tempo pieno e deve essere regolato dalle leggi e dal contratto di categoria». Secondo l’editore, invece, tra lui e la redazione c’è solamente un «rapporto di collaborazione», regolato da norme precise.

Come andrà a finire è difficile dirlo. Gli spazi per una trattativa sembrano diminuire di ora in ora (lunedì sono state cambiate perfino le serrature della sede). Dopo l’appello al ministro dello sport, Luca Lotti,martedì è arrivata anche la solidarietà del presidente del Coni Giovanni Malagò. Di fatto quello di «Sportiva» è un fenomeno radiofonico senza precedenti. In appena quattro anni (le prime rilevazioni, a causa del fallimento di Audiradio, sono del giugno 2012) ha raddoppiato gli ascoltatori, passando da 500 mila a quasi un milione al giorno e diventando l’unica emittente con sede in Toscana a diffusione nazionale (attualmente il segnale arriva in 16 regioni su 20).