La fine dei Giornali: Repubblica – 16,6%; Stampa – 10,9%; Secolo XIX – 8,4%.

Via Blitz Quotidiano

Nel mese di aprile 2017 l’insieme dei giornali ha perso un bruttissimo 8,6% rispetto all’anno precedente. Sono solo le copie vendute in edicola, qielle su cui concentriamo la nostra dolorosa analisi. Tutti perdono copie, con 3 eccezioni: Italia Oggi (da 26.408 a 32.925), Corriere Adriatico (da 10.738 a 13.221) e il Giorno (da 38.665 a 40.269). Tutti gli altri vanno male, anche il Fatto, che ha perso il suo bravo 4%, dopo un periodo stabile-in crescita. Si vede che hanno cominciato a stufare anche loro, nella loro nicchia definita da 34.239 copie vendute in aprile, qualcosa meno della Unione Sarda, qualcosa di più della Nuova Sardegna.

Questo il quadro, salvo errori e omissioni, caratterizzato, in aprile, ancor più che dalla tragica corsa all’ingiù fra Repubblica e Corriere della Sera (che da qualche mese ha scalzato Repubblica dalla posizione di primo quotidiano e che in aprile ha perso solo il 3,4 per cento delle copie di un anno fa) dalla ancor più tragica situazione dei giornali del nuovo gruppo editoriale nato dalla fusione fra Gruppo Espresso e editoria Fiat.

I tre principali quotidiani del nuovo kombinat hanno registrato rispettivamente:

Repubblica – 16,6%
Stampa – 10,9%
Secolo XIX – 8,4%.
I primi due hanno performato peggio del mercato, che è sceso, ricordiamo, di un 8,6%. Finora tengono i giornali locali ex Espresso, nel senso che perdono un po’ meno
Qualcosa non funziona. Non può essere solo la malasorte, anche se qualche sospetto si puà avere. Forse un’’occhiata andrebbe data anche a quello che va su quei giornali. Non è bello criticare i direttori ma il caso del Secolo XIX di Genova colpisce. Dopo una lunga caduta, le vendite in edicola si erano assesstate con un nuovo direttore non proprio indigeno (o nativo come si dice oggi) ma bravo. Lo hanno sostituito, si dice per insubordinazione. Il risultato si vede: da 45.694 copie di aprile 2015 a 45.351 copie di aprile 2016 a 41.541 di aprile 2017. Il nuovo direttore è entrato il 1 giugno 2016.
Per la cronaca, sempre salvo errori e omissioni, ricordiamo gli ultimi della classe: Libero, che ha perso il 26,6% delle copue vendute e il Sole 24 Ore, che ha perso il 21 per cento rispetto a un anno fa ma ha recuperato, col nuovo direttore Guido Gentili qualche centinaio di copie rispetto a marzo. Attenzione, Gentili è a interim, cioè provvisorio: se farà bene, lo cambieranno.