La SIAE rischia di fare la fine di Alitalia

Via Rockol La SIAE ha un debito di 800 milioni di euro nei riguardi degli autori ed editori associati: lo sostiene una rappresentanza importante delle categorie interessate in una lettera firmata dalle associazioni degli editori FEM e ANEM e dalla Federazione Autori FA, nel cui consiglio direttivo siedono tra gli altri Giulio Rapetti (Mogol), Gino … Leggi tutto

Il balzello on-line di Alitalia

Via Aduc Quanto costa volare con Alitalia acquistando online? Il prezzo del biglietto piu’ cinque euro. L’aggravio, chiamato diritto amministrativo, altro non e’ che un vero e proprio balzello e resta nascosto fino al momento dell’effettuazione del pagamento. Pagina principale del sito, regole tariffarie e condizioni generali di trasporto non ne fanno menzione. Non tutti … Leggi tutto

Freccia Rossa nonostante i problemi batte Alitalia

Da Libero via Dagospia, nel frattempo anche NTV scalda i motori per entrare nel mercato dell’Alta velocità nell’estate 2011. I consumatori sperano che la concorrenza faccia scendere i prezzi

Giacca, cravatta, ventiquattr’ore e via a 300 chilometri orari. Non sono pirati della strada, ma i nuovi manager. Dirigenti, funzionari, capitani d’industria che per spostarsi preferiscono rimanere con i piedi per terra. I cieli, ovviamente, restano ancora affollati, ma da quando sui binari si viaggia veloci l’esercito dei “pendolari di lusso” si ingrossa giorno dopo giorno.

E non solo per scelta. Moltissime imprese, complice anche la crisi che ha imposto una riduzione dei costi, hanno infatti negli ultimi mesi cambiato la politica aziendale sugli spostamenti di lavoro riducendo ai minimi termini o annullando del tutto i viaggi in aereo. In questa direzione si stanno muovendo gradualmente grandi gruppi come Sky Italia, Enel, Engineering, Poste e colossi del credito come Intesa Sanpaolo e Unicredit.

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Airone diventerà una low cost ?

Mentre continua la tragedia di disservizi di CAI, si pensa finalmente una strada diversa per Airone (Via Lastampa.it) Dal cappello magico di Roberto Colaninno esce l’idea di trasformare la compagnia AirOne nella branca «low cost» del gruppo Alitalia. Le low cost sono quei vettori tipo Ryanair e EasyJet che offrono biglietti a prezzi stracciati in … Leggi tutto

Ri-sfascio Alitalia

Alessandro Barbera su Lastampa Aerei semivuoti. Biglietti venduti a prezzi inferiori agli obiettivi di redditività. Cambio sfavorevole. Conflittualità sindacale latente. Voli accorpati e ferie aggiuntive ai piloti per evitare sprechi. Se avessero saputo della tempesta che stava per abbattersi sull’economia mondiale, probabilmente Roberto Colaninno e gli altri soci della nuova Alitalia non si sarebbero avventurati … Leggi tutto

L’astuto Ulisse

Secondo link giornaliero a Gilioli … Si sa che del conflitto d’interessi non importa quasi nulla a nessuno, è fuori moda parlarne, anzi è un po’ da vecchi barbogi brontoloni, gente che dal ‘94 va ripetendo le stesse cose, come polverosi dischi di vinile. Sicché è del tutto inutile scandalizzarsi per la notizia – uscita oggi … Leggi tutto

Non basta Alitalia, ora tocca a Tirrenia. E noi paghiamo

Fabio Pozzo

Con il decreto anticrisi il governo finanzia la privatizzazione della Tirrenia con 65 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011. L’operazione, che rientra nel più ampio quadro della liberalizzazione del cabotaggio in Italia imposta dalla Ue, dovrebbe andare in porto nel 2012. Dovrebbe, perché «sulle prospettive del gruppo permane un clima di incertezza che non giova all’esigenza di definire in tempi rapidi» tale processo. Anzi, tutta la vicenda, compreso il passaggio alle Regioni delle quattro compagnie controllate, che coprono i collegamenti con le isole minori, «si trova in una situazione di stallo che non offre prospettive di possibile soluzione in tempi brevi».

A scriverlo è la Corte dei Conti, nella sua relazione sulla gestione finanziaria delle società per gli esercizi dal 2003 al 2007. Un documento che passa ai «raggi X» l’amministrazione dell’eterno Franco Pecorini, l’Ad che dal 1984 e 18 governi guida la compagnia pubblica, tra le più grandi d’Europa, controllata al 100% da Fintecnica. E quindi, dal Tesoro. La conclusione? «L’enorme esposizione debitoria, prevalentemente nei confronti degli istituti di credito, oltre a generare notevoli interessi passivi, dimostra scarsa potenzialità dell’impresa a creare risorse finanziarie per garantire nel tempo l’equilibrio di bilancio». Un equilibrio che probabilmente avrebbe già fatto «splash» se il governo non avesse lanciato la ciambella di salvataggio. «Il risultato d’esercizio non può non essere influenzato dai contributi erogati dallo Stato…» riconoscono i giudici contabili.

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Alitalia no grazie: voleremo non italiano, e ne saremo felici

Ci dispiace per i dipendenti Alitalia, compresi quelli che hanno appeso a Fiumicino la lettera allegata, ma dall’entrata in campo  operativa di Cai eviteremo di volare con il monopolista Alitalia – Air One salvo in caso di assoluta necessità ovvero che non ci sia soluzione alternativa. Il papocchio Alitalia è una vergogna per questo paese: … Leggi tutto

L’italiano medio, Alitalia e il prezzo della geografia

Mario Deaglio su Lastampa.it

alitaliaAlcuni di questi segnali sono purtroppo di carattere strutturale. Ha ragione Umberto Bossi quando afferma che, se Malpensa non sarà uno hub, ossia uno scalo centrale, al quale faccia capo un gran numero di voli, Alitalia correrà un forte rischio di fallimento; ma è purtroppo anche vero che né la nuova Alitalia né l’Italia hanno le dimensioni necessarie per permettersi due hub. In base a considerazioni puramente economiche, un paese come l’Italia dovrebbe avere un solo grande hub delle dimensioni di Parigi ma, data la geografia, le localizzazioni produttive e quelle turistiche, questo semplicemente non si può fare. Per conseguenza, un sistema aeroportuale che riservi un ruolo importante, a livello europeo e mondiale, sia a Fiumicino sia a Malpensa, non può che operare in perdita: rappresenta quindi un costo aggiuntivo per il «sistema Italia» e per il contribuente italiano che possiamo chiamare il «prezzo della geografia». E non appare corretto da parte leghista invocare da un lato il regionalismo e l’autonomia, ossia il lato vantaggioso della geografia, e dall’altro reclamare che di fatto sia il governo centrale ad accollarsi il più che prevedibile deficit di Fiumicino-Malpensa.

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