Il fantasma dell’urna piemontese

Via Lo Spiffero

Ecco quindi che quanto lamentato da Mercedes Bresso chiedendo il riconteggio pare vagamente fondato: un punto percentuale esatto sparisce tra la Presidente e le sue liste. Qualcuno potrebbe dire che è da cercarsi in quello 0,42% in più che prende il candidato dei Grillini Davide Bono rispetto alla sua lista, ma così non è: infatti chi se ne intende sa bene che chi si presenta sulla scheda con due simboli identici per maggioritario e proporzionale, soffre inevitabilmente di una perdita fisiologica (di cui soffrono anche i Grillini, che proprio per questo motivo non fanno seggi in Lombardia e Veneto pur avendo superato il 3% come maggioritario), data da quegli elettori che crociano il simbolo una volta soltanto e non due.

Dove è finito il punto percentuale di vantaggio del centrosinistra allora? Non da Renzo Rabellino, le sue liste gli sono superiori per uno 0,09; non nel centrodestra perchè è difficile pensare che qualcuno possa crociare “Pd” e poi fare una croce su Cota.

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Presi in rete sulle amministrative 2010

Se perde il centro destra il centro sinistra deve festeggiare con fiori viola non rossi Il centro sinistra non ha mai considerato troppo i grillini, ma questo gli è costato caro il tg1 ormai ha la stessa affidabilità del tg4, forse un po meno

L’industria elettorale piemontese

Maurizio Tropeano su Lastampa.it

Se gli date del guastatore della politica non si offende. E nemmeno se lo accusate di essere un inventore di liste tarocche. Renzo Rabellino tira dritto per la sua strada – «vogliamo abbattere questo sistema bipolare» – anche se precisa: «Le nostre firme sono tutte a posto e non temiamo il confronto calligrafico. Non una è falsa». Domani, il Tar si pronuncerà sul ricorso presentato dall’avvocato Luca Procacci per conto di Roberto Cota per escludere la Lega Padana Piemont dalla competizione elettorale. Contro di lui si sono scatenati i radicali e anche i grillini doc che hanno organizzato presidi «No Rab». Su Facebook sono fiorite le proteste di cittadini che hanno firmato petizioni per il Filadelfia e contro la Ztl e poi si sono trovati presentatori di una delle dieci liste che lo appoggiano nella sua corsa alla presidenza della Regione.

Rabellino, però, che dichiara di essere nullafacente e di far politica a tempo pieno, è dal 28 di agosto che batte i mercati, lo stadio comunale e le sagre di paese per autenticare le firme. E’ stato lui a vidimarne migliaia e afferma che nei banchetti «accanto alle petizioni si chiedeva espressamente di firmare per le regionali». Si vedrà l’esito dei ricorsi e degli esposti.

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Il massacro delle istituzioni

Carlo Azeglio Ciampi intervistato da Repubblica

Dopo il ricorso già avanzato da diverse giunte regionali, potrebbe persino accadere che, ad elezioni già svolte, anche la Consulta giudichi quel decreto illegittimo, con un verdetto definitivo e a quel punto davvero insindacabile. Questo preoccupa Ciampi: “Il risultato, in teoria, sarebbe l’invalidazione dell’intero risultato elettorale. Il rischio c’è, purtroppo. C’è solo da augurarsi che il peggio non accada, perché a quel punto il Paese precipiterebbe in un caos che non oso immaginare…”. Il presidente emerito non lo dice in esplicito, ma dal suo ragionamento si evince che qualche dubbio lui l’avrebbe avuto, sulla percorribilità giuridica e politica di un decreto solo apparentemente “interpretativo”, ma in realtà effettivamente “innovativo” della legislazione elettorale.

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