Il trasparency report di Google

Google ha deciso di pubblicare una mappa interattiva del suo trasparency report in cui descrive le richieste di rimozione contenuti avute da governi, enti, aziende o privati Transparency is a core value at Google. As a company we feel it is our responsibility to ensure that we maximize transparency around the flow of information related … Leggi tutto

Il kit anticensura di Reporters sans frontières

Via Il Fatto Quotidiano

L’idea è venuta dopo gli arresti a raffica di blogger durante le proteste in Iran. Senza contare i dissidenti cinesi pedinati, perseguitati, incarcerati per aver mandato una mail di troppo. Cosi’ è nato il kit per navigare «sicuri» su Internet. E in maniera del tutto anonima. E’ la nuova iniziativa di Reporters sans frontières a disposizione di dissidenti politici, giornalisti e blogger in Paesi a rischio, dove la censura è sempre in agguato. Obiettivo: inviare articoli, dati, racconti in presa diretta senza essere intercettati.

L’organizzazione internazionale, nata a Parigi per difendere la libertà di informazione, ha messo a punto il kit, dal nome «rifugio anticensura», assieme a una società, Xerobank, specializzata in sicurezza informatica, che ha sede a Panama. Questa assiste già banche, imprese e ambasciate per fornire loro connessioni a prova di interferenze e di attacchi informatici. Il nuovo servizio sarà fornito gratuitamente, in collaborazione con Reporters sans frontières. «Operiamo nel campo commerciale, ma possiamo permetterci anche qualche attività filantropica – ha sottolineato Bruno Delpeuc’h, responsabile per l’Europa di Xerobank -. Molti di noi hanno un passato da militanti in qualche associazione. Abbiamo conservato uno spirito libertario».

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Facebook e le immagini di nudo e altri contenuti sessualmente espliciti

Tutta da leggere l’avventura di Enrico Scarsi con Facebook

“Facebook ti aiuta a connetterti e rimanere in contatto con le persone della tua vita” Invece ti svegli un bel giorno e scopri che il tuo account di Facebook  non è più attivo, i compagni del liceo che avevi rintracciato, le foto del compleanno della tua migliore amica, quel bellissimo video trovato in rete, tutti i tuoi messaggi, tutto sparito !!!

Oppure come nel mio caso, che lo utilizzavo per “ esporre “ il mio lavoro … centinaia di fotografie e più di 4300 “ amici” scomparsi nel nulla ..più di un anno di “ lavoro “ cancellato in un clik. Cosa è accaduto ?? Cosa fare ??? cerchi di capire e trovi la risposta, l’indirizzo di posta elettronica  [email protected]

Bene ti dici, sarà un errore, un fraintendimento … scriviamo una mail e sicuramente il problema sarà risolto velocementi. Intanto ti arrovelli il cervello, quale delle sacre regole di Facebook avrò mai violato ?? avrò chiesto troppe amicizie ?? ma quante sono troppe ?? mandato troppi messaggi ?? una delle mie fotografie sarà stata ritenuta indecente ??

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La via cinese per l’internet italiana

Via Cineserie e dintorni

Nel preciso istante della collisione tra il souvenir meneghino e le labbra del nostro presidente del Consiglio, è iniziato in Italia un processo di modernizzazione. Se qualche anno fa qualcuno avesse ipotizzato una virata delle istituzioni italiane verso la politica cinese del controllo mediatico, sarebbe stato additato come un pazzo o un vecchio catorcio stalinista, portatore di povertà terrore e morte, citando fonti autorevoli del nostro ordinamento statale attuale.
Invece sta succedendo ora, e noi non siamo pronti.
La stretta che il ministro Maroni ha annunciato per “le manifestazioni ed i siti internet” sembrano le dichiarazioni di un funzionario qualsiasi della Repubblica Popolare Cinese.

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Fermata la Diga Verde

Il Governo Cinese ha deciso di non mettere in atto il filtro per bloccare siti non graditi (Via Federico Rampini)

Alla fine la scadenza ultimativa di questo primo luglio è stata cancellata: i produttori mondiali di computer non sono più obbligati a vendere entro oggi solo dei pc dotati del software Diga Verde, cioè il filtro censorio elaborato da una società cinese legata alle forze armate. Quel filtro, ufficialmente progettato per impedire l’accesso a siti pornografici, in realtà blocca anche la navigazione su siti sgraditi al regime per ragioni politiche.

Che cos’ha pesato di più sul governo di Pechino per indurlo a questo ripensamento?

Le proteste ufficiali dell’Amministrazione Obama contro una misura palesemente protezionista? L’appello congiunto di tutti i big dell’informatica mondiale, anch’essi convinti che la legge li avrebbe messi in svantaggio verso la concorrenza cinese (i produttori locali hanno avuto più tempo per studiare e integrare il software Diga Verde)? Le proteste diffuse all’interno della stessa Cina, nel popolo dei blogger e con la clamorosa iniziativa di un gruppo di avvocati?

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La guerra civile iraniana è sempre più elettronica

Via Repubblica.it

C’è una cosa che Obama e tutto l’Occidente potrebbero fare per i ragazzi di Teheran: approvare misure e mettere soldi per sviluppare le tecnologie di “internet censorhip evasion” (tecniche per aggirare la censura sulla rete e non essere individuati). Detta in parole semplici: la radio Londra di internet, la radio voce della libertà della rete. Alla camera dei rappresentanti il progetto è già stato presentato, e ci sono 50 milioni da spendere per aiutare i popoli del mondo ad aggirare le loro censure. Altrettanto potrebbe fare l’Europa.

Questo detto in generale, perché per “questi” ragazzi di Teheran, per quelli di questi giorni, ora è il tempo della repressione e della fuga. Forse degli arresti e chissà altro. II silenzio è sceso, ma la loro epopea resta e fa discutere l’occidente.

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Cybercensura: non è un problema degli altri

Via Nazione Indiana Il rapporto di Reporters sans frontieres pubblicato  in occasione della giornata mondiale contro la cybercensura chiarisce una volta per tutte che il problema della libertà di informazione in Rete non può più essere considerato circoscritto ai regimi tradizionalmente qualificati “meno democratici” ma rappresenta una questione “senza frontiere” che investe ogni giorno di … Leggi tutto

Pirateria, censura, diritti d’autore, parolai e gendarmi

Alessandro Longo riassume bene la situazione sul tema.

Nel mentre fioriscono convegni e altre amenità sponsorizzati dal governo e consimili  in cui ignoranti di tecnologia e spesso anche di diritto profluiscono le loro doti dialettiche nel nulla contenutistico.

Una proposta  di legge che, combattendo la pirateria digitale, spinge verso una censura del web. Una censura dall’alto, con un rigore mai visto prima in Italia. E a farne le spese potrebbero essere non solo gli utenti ma anche soggetti come YouTube, a vantaggio di Mediaset e delle emittenti che sentono violati i propri diritti d’autore.

Sono questi aspetti che stanno facendo divampare le polemiche, in rete, sulla prima proposta di legge arrivata al neonato Comitato tecnico governativo contro la pirateria digitale e multimediale. Il documento è trapelato sul web e pubblicato da Altroconsumo, associazione dei consumatori, che lo boccia allarmata: “Il provvedimento appare arcaico, protezionista e contrario agli interessi dei consumatori e dell’innovazione del mercato digitale”.

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Vegetarians do it better

La NBC ha censurato questo video della Peta che doveva essere inserito negli ultra pagati spot del Superbowl con queste motivazioni: “troppo esplicito, ipersessuale, un livello di sessualità sopra i nostri standard”. Evidentemente non hanno visto la Tv italiana. Il claim è tutto un programma:  “Gli studi dimostrano che i vegetariani fanno un sesso migliore”.