Piercamillo Davigo: a 25 anni da Mani Pulite, l’Italia è ancora più corrotta

Via Il Fastidioso

Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Piercamillo Davigo (foto sopra), ha partecipato ad un forum al Corriere della Sera con il vice direttore Giampaolo Tucci e con i giornalisti Marco Ascione, Giovanni Bianconi, Luigi Ferrarella, Mario Gerevini, Giuseppe Guastella
e Fiorenza Sarzanini. Argomento del dibattito, che si è svolto nella redazione di via Solferino a Milano, il pianeta giustizia a 25 anni dall’inizio dell’inchiesta Mani pulite e in occasione dell’uscita del libro «Il sistema della corruzione» (Editori Laterza) scritto dall’ex pm del pool Mani pulite, ora presidente di sezione in Cassazione.

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Contro i baroni dell’Università: una task force presso l’Autorità anticorruzione, tutelare i whistleblower e chiedere aiuto ai docenti onesti

Che fare dopo che l’ennessima l’inchiesta della Procura ha dimostrato che dietro a belle parole e vestitini eleganti nell’Università italiana in molti contesti non funziona la parola meritocrazia e quelli bravi davvero vanno altrove, mentre nell’accademia restano i mediocri molto disponibili ad accettare le regole del branco pur di fare la loro carrieruccia. Via Guido Scorza … Leggi tutto

L’Italia al top dell’Europa Occidentale … nella corruzione

L’Italia contina ad essere il paese dell’Europa occidentale a maggior tasso di corruzione secondo Transparency International. Secondo il report di Riparte il Futuro in Italia il 52% delle grandi opere considerate infrastrutture strategiche del 2015 è sotto inchiesta per corruzione. PEOPLE AND CORRUPTION: EUROPE AND CENTRAL ASIA – GLOBAL CORRUPTION BAROMETER from Vittorio Pasteris

I Signori Rossi su Report

Raphael Rossi sul Fatto Quotidiano domenica 29 dalle 21.30 su Rai 3 nella puntata di “Report” andrà in onda un servizio sui SIGNORI ROSSI, cioè il movimento di solidarietà nato attorno alla mia denuncia di corruzione (guarda l’anteprima). Una denuncia – lo ripeto ancora perché queste cose secondo noi vanno raccontate sempre! – che ha … Leggi tutto

Deputato siciliano del PD arrestato in flagrante mazzetta

Via Repubblica I poliziotti l’hanno bloccato ieri pomeriggio, in pieno centro di Palermo, subito dopo che aveva intascato una mazzetta da diecimila euro. Il deputato regionale del Pd Gaspare Vitrano è stato arrestato in flagranza di reato dagli agenti della squadra mobile. È accusato di concussione. Assieme a lui è finito in manette l’uomo che … Leggi tutto

Mai più soli contro la corruzione

Dal blog di Raphael Rossi La corruzione fa comodo alla Casta così come torna utile lasciare da soli i testimoni di giustizia e non attivare delle norme anticorruzione efficaci (l’Italia incorrerà in sanzioni europee, che pagheremo noi cittadini: oltre il danno la beffa). E visto che ho un anno di tempo (il processo inizia nel … Leggi tutto

Una sera con il signor Rossi: Raphael Rossi. Contro illegalità e corruzione

Giovedì sera abbiamo partecipato a un incontro con Raphael Rossi. La storia di Raphael è nota ai lettori di questo blog dato che è stata raccontata da Report un po’ di tempo fa, anche se poi è caduta nell’oblio dei media torinesi che hanno pensato bene di  raccontarla per sommi capi ai loro lettori. E’ una storia di tentata corruzione e di coraggio civile nel denunciarla, di disimpegno da parte degli enti pubblici che paradossalmente sono stati favoriti dalla denuncia di Raphael, del solito buon lavoro della magistratura che ha portato in giudizio gli indagati.

Raphael era nel consiglio di amministrazione di Amiat. Hanno cercato di corromperlo per far acquistare un macchinario probabilmente inutile. Raphael ha fatto la cosa più normale in un paese civile: ha denunciato la sua vicenda. E alla fine i responsabili della vicenda sono stati arrestati. La storia di Raphael in due video tratti da Report e Anno Zero.

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Il tentativo di infangare Raphael Rossi

Raphael Rossi sul Fatto Quotidiano

Ricordate la mia vicenda? Da vicepresidente dell’Amiat, l’azienda per la raccolta rifiuti di Torino, blocco l’acquisto di un macchinario – un presso estrusore – dal costo di 4,2 milioni di Euro che la direzione dell’azienda e gli altri amministratori volevano acquistare scavalcando la procedura di gara d’appalto pubblica prevista per legge. Blocco ogni operazione e, a conferma dei miei dubbi, ricevo la proposta di una tangente che cresce fino a 125mila Euro.

Ora al processo gli avvocati della difesa, per giustificare i loro clienti, cercano di far passare la tangente in secondo piano, presentando tesi grottesche degne di funamboli del linguaggio e della verità. Sarei contrario a quel macchinario, il presso estrusore, perché sarebbe “alternativo alla raccolta differenziata”. A questo punto, dicono che, essendo un tecnico proprio nello sviluppo delle raccolte differenziate, avrei un “conflitto di interessi”. Ecco una tesi che nella migliore delle ipotesi non conosce nulla della raccolta differenziata e nella peggiore è in chiara malafede.

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I corrotti restituiscano ciò che hanno rubato

Via Narcomafie

Oltre un milione di firme contro la corruzione e per il bene comune. Un appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano perché promuova l’adeguamento del nostro codice alle leggi internazionali anticorruzione. E perché venga finalmente data piena attuazione alla norma, già introdotta nella Finanziaria 2007, che prevede la confisca e il riutilizzo sociale dei beni dei corrotti. Questi i contenuti della campagna promossa da Libera e Avviso pubblico, presentata oggi in conferenza stampa a Roma.

Una raccolta di firme, per mettere freno a un fenomeno dilagante che ammala il nostro Paese: in Italia, la corruzione è sistema. Lo dice la Corte dei Conti, ne sono convinti gli italiani, lo provano i dati. È una tassa occulta che costa agli italiani circa 50/60 miliardi di euro l’anno, quasi mille euro a testa, dalla culla alla pensione. Un furto al bene comune con cifre da capogiro, basti pensare che il valore di tutti i beni sequestrati e confiscati alla mafia negli ultimi due anni e mezzo (18 miliardi) non sono sufficienti a coprire neppure un quinto di quanto è stato contemporaneamente sottratto ai cittadini come costo della corruzione.

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La fulminante carriera universitaria del nipote del boss

Via Il Post Sul Corriere della Sera di oggi, Giovanni Bianconi racconta la storia di Antonio Pelle, il nipote del boss della ‘ndrangheta Giuseppe Pelle, e della sua rapida carriera universitaria al corso di laurea specialistica in Architettura a Reggio Calabria. Il ragazzo ha 24 anni, è stato arrestato lo scorso aprile per i suoi … Leggi tutto