Il fondo straordinario per gli interventi a sostegno dell’editoria: i soliti soldi per gli amici degli amici

Da tempo si parla dell’abolizione dei finanziamenti pubblici ai giornali. Una cosa doverosa in quanto un clamoroso modi di distorcere il mercato e creare clientele. Ora occorre bloccare anche il decantato fondo straordinario per gli interventi a sostegno dell’editoria portato in palmo di mano dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanni Legnini i cui interventi … Leggi tutto

La Lettera Aperta della Fieg sul futuro dell’editoria in Italia. Il consiglio per loro è semplice: arrendetevi in fretta, la festa per voi è finita

game-overLa Fieg, la cosiddetta Federazione Italiana Editori di Giornali, una lobby costituita per la sua parte più influente di editori impuri che hanno impoverito e infangato l’informazione in Italia, che hanno voluto trasformare il mercato dell’editoria in una oligarchia di potenti,  che hanno condiviso con una lobby di giornalisti vecchi nella mente e nelle azioni  i destini del paese, ha scritto una patetica lettera aperta sul suo sito in cui cerca di salvarsi. L’incipit è patetico, il resto peggio. Per molti di loro è finita: game over.

 Noi editori consideriamo la tutela della libertà di stampa e la diffusione delle notizie una funzione pubblica e insieme un’attività d’impresa che va salvata perché essenziale alla vita democratica del Paese. Abbiamo una doppia responsabilità: offrire ai lettori un prodotto di qualità, vale a dire corretto, ben fatto, utile e adatto ai tempi che viviamo; e garantire un lavoro ai nostri collaboratori in condizioni di equità. Si tratta di un equilibrio difficile da mantenere, la cui ricerca richiede grande capacità di adattamento alle nuove sfide. L’editoria italiana sta vivendo un passaggio epocale: agli effetti della congiuntura economica si aggiunge il rapido avanzare delle tecnologie digitali, con effetti rivoluzionari nelle abitudini delle persone e sul mercato.
In questo difficile contesto è urgente un ripensamento complessivo del settore editoriale come base per una politica industriale capace di frenare la flessione produttiva e di cogliere le occasioni di sviluppo attraverso una decisa modernizzazione.

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Le edicole italiane in sciopero il 24, 25 e 26 febbraio: nei giorni delle elezioni

Gli edicolanti vessati dal disinteresse dei politici e degli editori che tendono a cercare su di loro tutti i rischi e i problemi hanno deciso uno sciopero che potrebbe fare molto male agli editori.  nei loro confronti. Le Organizzazioni Sindacali dei rivenditori di quotidiani e periodici, SNAG-Confcommercio, SINAGI aff. SLC-CGIL e USIAGI-UGL hanno comunicato uno … Leggi tutto

Chiudono Ville & Giardini e Casa Viva

Sono cresciuto leggendo in casa Ville & Giardini e Casa Viva, hanno accompagnato la vita dei miei genitori e indirettamente la mia. La crisi li chiude. Riguarderò i vecchi numeri che ho tenuto ancora in casa … La carta ha degli aspetti positivi … Fine delle pubblicazioni per i mensili Panorama Travel, Casa Viva, Ville … Leggi tutto

Quando gli amici fanno carriera: Marco Formento in Condé Nast

Via Prima Comunicazione: massimo prestigio: Grande Marco Giampaolo Grandi ha scelto il manager che in Condé Nast si occuperà dello sviluppo e delle strategie di marketing per la carta stampata e il digitale: è Marco Formento, in arrivo a ottobre, che lascia De Agostini Publishing dove era direttore globale divisione digitale con la responsabilità di … Leggi tutto

Tre anni e mezzo fa: un articolo che nessun deve avere letto

Scusandosi per l’autocitazione, ma tre anni su LSDI uscì un articolo sul tracollo dell’editoria italiana che evidentemente pochi hanno letto dato che molti elefanti dell’editoria italiana, grazie a dio non tutti, non hanno ancora capito che sono finiti e continuano a ballare ingozzandosi sulla tolda di un Titanica che affonda. Qualche editore sostiene la tesi … Leggi tutto

Cambiano un po’ ma restano i contributi all’editoria

Via l’Unità

Con 454 voti favorevoli, 22 contrari e 15 astenuti l’Aula di Montecitorio ha approvato in via definitiva il decreto che contiene norme per il riordino dei contributi alle imprese editrici. Il provvedimento è ora legge dello Stato.

Tra le novità contenute nel decreto l’innalzamento della percentuale di vendite necessaria per accedere ai contributi, che deve essere pari, rispetto alle copie distribuite, ad almeno il 25% per le testate nazionali. Per le testate locali, invece, il rapporto tra copie tirate e copie vendute in edicola deve essere almeno del 35%. Ancora, abbassamento anche del numero di regioni in cui bisogna distribuire la testata per essere considerati periodico a tiratura nazionale: da 5 regioni a 3. Tra i requisiti di accesso sono inserite anche la previsione di un numero minimo di giornalisti dipendenti e , per le cooperative di giornalisti, la mutualità prevalente.

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Cronache piemontesi editorial giornalistiche: sentirsi alla frutta e ammettere di esserlo

Leggendo l’ultimo capoverso vala anche la pena di notare che il problema non è di “superare  l’attuale squilibrio tra televisione e carta stampata”, ma di eliminare l’intollerabile truffa che permette di vendere pubblicità su carta stampata senza sapere quanto rende, mentre sul web è tutto misurabile e per questo il valore della pubblicità online e’ tenuto basso strumentalmente.

Via Stampa Subalpina

L’editrice “La Stampa”, così come le principali aziende editoriali italiane, lamenta dall’inizio dell’anno un significativo calo degli investimenti pubblicitari e una altrettanto significativa perdita nel numero delle copie vendute e nulla autorizza a immaginare che la situazione possa migliorare nella seconda parte del 2012. Una crisi del mercato editoriale, che non è esagerato definire epocale, alla quale le aziende stanno rispondendo con provvedimenti tampone come la riduzione delle pagine, senza mostrare però una visione di prospettiva.

Il Comitato di Redazione della Stampa e l’Associazione Stampa Subalpina pensano che il tempo a disposizione per rispondere alla crisi con misure efficaci e strutturali sia sempre più ridotto. Da subito, accanto alla trattativa per il rinnovo del contratto, va avviato un confronto senza pregiudiziali con la Fieg per arrivare a definire un nuovo modello produttivo per la carta stampata. In questo campo, anche provvedimenti apparentemente secondari ma comunque capaci di produrre risparmi notevoli come la chiusura anticipata delle pagine, possono essere presi solo nel quadro di intese generali tra le aziende.

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