Il peccato orginale della storia dell’informatica italiana si chiama politica e finanza

Via Agenda Digitale

Si mormora che nel corso della preparazione dell’imminente viaggio del Presidente del Consiglio in Silicon Valley qualcuno abbia suggerito di impostare lo speech presidenziale partendo dalla “italianità” del Personal Computer e da un non meglio dettagliato auspicio di ritorno ai tempi olivettiani. Bene, benissimo. Innanzitutto, è vero: il PC è stato inventato in Italia, a Ivrea. Pier Giorgio Perotto, ingegnere Olivetti, lo progetta più o meno esattamente 50 anni fa e lo presenta, nel 1965, alla Fiera di New York.

E fu anche un discreto successo commerciale: la “Perottina” (così veniva confidenzialmente chiamato il P101 Olivetti, in omaggio al suo progettista) fu venduta in poco meno di 50.000 esemplari. E fu anche “scopiazzata” dalla Hewlett Packard (HP 9100A), tanto che in seguito a un contenzioso per violazione di brevetto HP dovette riconoscere a Olivetti ben 900.000 dollari di allora a titolo di royalty.

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Populismo secondo la Treccani

In questi giorni si parla molto in politica di populismo, riempiendosi la bocca del termine. Leggete la definizione di Populismo secondo la Treccani e decidete a chi si adatta meglio deli politici italiani di perioso Atteggiamento ideologico che, sulla base di principî e programmi genericamente ispirati al socialismo, esalta in modo demagogico e velleitario il … Leggi tutto

Il problema non è il culo ma l’Italia, meglio l’informazione fatta con il culo

In questi giorni in cui in questo ameno paese che si chiama Italia continuano a succedere cose incredibili per un paese normale,  gruppi di personaggi che non hanno nulla da fare di meglio si sono accapigliati per una ironica esposizione dei muscoli glutei finalizzata a dimostrare il circolo vizioso della comunicazione italiana. I fatti sono raccontati mirabilmente nel post che leggerete di Alessandro Gilioli.

Dei tanti ricordi dell’amicizia con Paola Bacchiddu, mi viene in mentre un incontro di qualche anno fa in stazione Centrale a Milano. Sembravamo due percolosi BR che discutevano di nascosto della terrificante situazione nelle redazioni italiane e dei casini che piccoli e grandi delinqunti ci stavano creando. Ma non avevamo mollato e non abbiamo mollato neanche oggi. Abbiamo la schiena dritta, sì quella attaccata sopra il suddetto culo.
Brava Paola. Bel colpo. Hai raccontato con ironia il delirio dell’informazione in Italia. Il problema non e’ il culo ma il suo intorno che si chiama Italia.

Ho un po’ seguito, per amicizia e vicinanza politica, il lavoro che Paola Bacchiddu ha fatto da metà febbraio a oggi come capo della comunicazione della lista Tsipras.

E ho quindi vissuto giorno per giorno, nelle sue telefonate e nei suoi messaggi, le difficoltà enormi all’interno delle quali si è mossa per tentare di raggiungere i suoi obiettivi: primo, far sapere che esisteva questa lista; secondo, comunicare almeno i suoi due o tre punti programmatici fondamentali; terzo, cercare di far capire che le intenzioni con cui questa lista è nata non sono quelle di rieditare per l’ennesima volta un’ammucchiata della sinistra radicale, ma si sta tentando di fare una cosa nuova e diversa anche come approccio mentale e, sì, anche un po’ generazionale.

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Fuggire dall’Italia a Capo Verde e vivere felici: istruzioni per l’uso in un libro

Fuga dall’Italia è la storia di una giornalista torinese che dopo quattordici anni di tv, ha lasciato il lavoro e il suo Paese, trasferendosi a due passi dall’Africa, stufa di respirare aria di crisi. A Sal, Cabo Verde, trascorre le giornate all’insegna del “No Stress”, circondata da turisti desiderosi di respirare aria di libertà. In … Leggi tutto

L’informazione in Italia ha un sacco di problemi e occorre avere il coraggio di dirlo esplicitamente senza difese di casta di destra di sinistra o di altro

v-pr-vittorioBeppe Grillo ha inaugurato sul suo blog una rubrica che si chiama il giornalista del giorno in cui evidenzia un giornalista che ha criticato il M5S. La prima giornalista segnalata è stata  Maria Novella Oppo che è stata pesantemente coperta di insulti sul blog di Grillo  e in rete. Ovviamente nessuno può accettare gli insulti, ma il fatto che si sia parlato di schedatura e di fascismo a riguardo di Grillo mi sembra una forzatura radical chic. Il diritto di critica è dei giornalisti, degli uomini di spettacolo, dei politici e dei netturbini purchè esercitato secondo la legge in vigore.
Il mondo del giornalimo italiano dei parrucconi ha fatto quadrato intorno alla giornalista dell’Unità con parole forti. Peccato che non si siano parallelamente fatti grosse domande sulla qualità dell’informazione in questo paese colpendo spesso solo i Sallusti di destra e mai i Sallusti di sinistra, di centro o … secondo un relativismo qualitativo inquietante.
Anche di questo parleremo il 9 dicembre all’incontro su Informazione come bene comune: i problemi di Torino e del Piemonte, un incontro a Torino il 10 dicembre

L’editoriale firmato da Marco Travaglio in giorno 8 dcembre sul tema speficio esprime perfettamente il mio pensiero

L’abbiamo sempre scritto, e lo ribadiamo anche a Grillo come a tutti: nelle democrazie vere sono i giornalisti a dover criticare (quando lo meritano) i leader politici, e non viceversa. Anche quando i giornalisti meritano una critica – il che accade spesso, soprattutto in Italia – i leader politici dovrebbero astenersi dall’attaccarli pubblicamente.

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Telecom Italia – Telefonica : otto pensieri veloci

La privatizzazione di Telecom e stata fatta malissimo favorendo manager aziendali, politici, finanzieri e banche e non innovazione e sistema Italia Una commissione d inchiesta sulla privazione è il minimo che si possa sperare anche se è oramai tardi Quando Telecom e stata ceduta le telecomunicazioni erano oligarchiche e relativamente innovative, ora il telefono è … Leggi tutto

Il migliore editoriale sulle elezioni italiane l’hanno scritto quei rivoluzionari … dell’Osservatore Romano

Dall’Osservatore Romano

Timori e incertezze caratterizzano l’attesa per le elezioni politiche ita liane. A preoccupare, anche i mercati e la comunità internazionale, è soprattutto la possibilità che dalle urne possa uscire un Parlamento frammentato, non in grado di esprimere un Governo stabile. Sul risultato delle consultazioni pesa inoltre l’incognita di quanti sono ancora indecisi e di quanti preferiranno astenersi. La sfiducia nella capacità della politica di emendarsi e di mettere mano alle riforme è un elemento che è destinato ad avere un forte peso nella scelta dei cittadini.
Tuttavia, nei programmi e soprattutto negli slogan, non tutti i partiti sembrano aver tenuto conto dei ambiamenti in corso nella società italiana, fra i quali la crisi del ruolo tradizionale dei partiti intesi come titolari esclusivi della mediazione politica. Eppure, fra gli elementi di novità della campagna elettorale si segnalano i milioni di elettori che hanno partecipato alle consultazioni primarie e alle “parlamentarie” così come pure le piazze colme per alcuni comizi. È una massa sul punto di diventare critica, fatta di persone che vogliono partecipare direttamente alla ricostruzione del Paese. Nella loro percezione, anche le proposte meno realistiche diventano strumentali al rovesciamento di un sistema da rifondare.

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