La Lettera Aperta della Fieg sul futuro dell’editoria in Italia. Il consiglio per loro è semplice: arrendetevi in fretta, la festa per voi è finita

game-overLa Fieg, la cosiddetta Federazione Italiana Editori di Giornali, una lobby costituita per la sua parte più influente di editori impuri che hanno impoverito e infangato l’informazione in Italia, che hanno voluto trasformare il mercato dell’editoria in una oligarchia di potenti,  che hanno condiviso con una lobby di giornalisti vecchi nella mente e nelle azioni  i destini del paese, ha scritto una patetica lettera aperta sul suo sito in cui cerca di salvarsi. L’incipit è patetico, il resto peggio. Per molti di loro è finita: game over.

 Noi editori consideriamo la tutela della libertà di stampa e la diffusione delle notizie una funzione pubblica e insieme un’attività d’impresa che va salvata perché essenziale alla vita democratica del Paese. Abbiamo una doppia responsabilità: offrire ai lettori un prodotto di qualità, vale a dire corretto, ben fatto, utile e adatto ai tempi che viviamo; e garantire un lavoro ai nostri collaboratori in condizioni di equità. Si tratta di un equilibrio difficile da mantenere, la cui ricerca richiede grande capacità di adattamento alle nuove sfide. L’editoria italiana sta vivendo un passaggio epocale: agli effetti della congiuntura economica si aggiunge il rapido avanzare delle tecnologie digitali, con effetti rivoluzionari nelle abitudini delle persone e sul mercato.
In questo difficile contesto è urgente un ripensamento complessivo del settore editoriale come base per una politica industriale capace di frenare la flessione produttiva e di cogliere le occasioni di sviluppo attraverso una decisa modernizzazione.

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I giornali crollano nella fine del 2012 e il 2013 sarà molto peggio

Gli ultimi dati Audipress confermano il coma dell’editoria cartacea. La Gazzetta dello Sport  resta il giornale più letto d’Italia con 4.246.000 lettori, ma con un calo di 115 mila unità rispetto all’ultima rilevazione (-2,6%). La Repubblica resta seconda con 3.008.000 lettori e un ribasso di 191.000 unità (-6%). Seguono il Corriere della Sera con 2.964.000 lettori (il calo è di 230.000 unità, -7,2%). Il Corriere dello Sport si conferma quarto a quota 1.809.000 e registra una perdita contenuta (-7.000, -0,4%). Subito dietro La Stampa con 1.667.000 lettori e un ribasso di ben 313.000 unità ( pari a un inquietante -15,8%).

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Libero + Virgilio = Italia on Line, il ritorno di uno storico brand dell’internet italiana

italia-onlineLibero e Matrix hanno annunciato  la nascita di ItaliaOnline. ItaliaOnline è il frutto del processo di integrazione iniziato il primo novembre 2011 quando Libero Srl  aveva acquisito per 88 milioni di euro Matrix, la società che controlla Virgilio, le concessionarie Niumidia Adv e Iopubblicità e il servizio 12.54. La nuova realtà, che fa capo direttamente al fondo di diritto lussemburghese della famiglia Sawiris ha un logo ispirato al brand storico del primo internet provider italiano.

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Le edicole italiane in sciopero il 24, 25 e 26 febbraio: nei giorni delle elezioni

Gli edicolanti vessati dal disinteresse dei politici e degli editori che tendono a cercare su di loro tutti i rischi e i problemi hanno deciso uno sciopero che potrebbe fare molto male agli editori.  nei loro confronti. Le Organizzazioni Sindacali dei rivenditori di quotidiani e periodici, SNAG-Confcommercio, SINAGI aff. SLC-CGIL e USIAGI-UGL hanno comunicato uno … Leggi tutto

La salute dei giornali italiani

Il Post scrive un articolo molto dettagliato sulla salute economica ed esistenziale dei giornali in Italia

Nell’ambito della grande e globale crisi dei giornali cartacei – in questo articolo parleremo dei quotidiani, ma il problema riguarda notoriamente anche le riviste – anche per la stampa italiana il 2012 è stato un anno molto difficile. Si è ridotta la quota dei finanziamenti pubblici, che rappresenta per molte testate una significativa fonte di introiti, ma soprattutto sono continuati a diminuire i guadagni dalla pubblicità. Nei primi nove mesi del 2012 il mercato pubblicitario del settore dell’informazione, nell’insieme, è arretrato del 10,5 per cento, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La tendenza va avanti così da anni e porta con sé conseguenze sulle redazioni e, alla fine della fiera, sul prodotto finale, quello che arriva nelle mani dei lettori (anche questi sempre di meno, con poche eccezioni).

Per i quotidiani nel 2012 la raccolta pubblicitaria è diminuita del 13,9 per cento, mentre per i periodici del 16,2 per cento. Nelle redazioni ci sono stati e ci saranno piani di riorganizzazione e ristrutturazione, con lo scopo principale di tagliare i costi sul lavoro, cioè giornalisti e poligrafici. I poligrafici sono i dipendenti di un giornale che non sono giornalisti, principalmente i tipografi e gli impiegati amministrativi, ma non i dirigenti (come il direttore marketing o il direttore editoriale). Secondo i dati dell’INPGI, l’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani, le aziende che nell’ultimo anno hanno fatto ricorso allo “stato di crisi” sono state 58.

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Allons Enfant de l’Italie

Domenica l’Italia ha battuto la Francia nel Sei Nazioni. Era una coa già capitata in passato. Non era mai capitato che lìItalia vincesse surclassando sul piano del gioco i francesi con un rugby con le bollicine … Forse dobbiamo inparare dalla nazionale di rugby.

Il mercato del lavoro stagnante, non meritocratico e gerontocratico del giornalismo italiano

Alessia Cerantola racconta in un lungo e dettagliato articolo su Lsdi i mali del giornalismo italiano

I giornalisti che fanno domanda di una posizione a tempo pieno spesso incontrano un sistema di reclutamento che si basa ampliamente sul nepotismo. Se si chiede come siano riusciti a ottenere un contratto regolare a tempo pieno, molti giornalisti si riferiscono alla fortuna, altri semplicemente non rispondono.

Le offerte di lavoro nel settore del giornalismo sono pubblicizzate di rado e il processo di assunzione dipende perlopiù dalle proprie conoscenze. Questo meccanismo influisce pesantemente sulla qualità dei giornalisti delle redazioni, che non sono assunti necessariamente in base al proprio merito.

“La ragione per cui il giornalismo italiano, in particolare quello televisivo, è di qualità molto bassa è dovuto al fatto che la selezione degli individui che sono ammessi nel sistema avviene dopo l’esclusione delle persone migliori, e di chiunque desideri occuparsi di giornalismo come servizio pubblico”, ha detto Wolfgang Achtner, un giornalista televisivo che vive a Roma lavorando come corrispondente per ABC news, CNN e Press TV e con una lunga esperienza sulla televisione italiana.

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Una tassonomia degli infonauti italiano

Via il giornalaio L’Osservatorio Demos-Coop, che già a dicembre aveva diffuso i dati sul rapporto degli italiani e l’informazione, ha pubblicato un approfondimento su informazione e coinvolgimento politico della popolazione del nostro Paese. Il sondaggio è stato condotto da Demetra [sistema CATI] a fine novembre 2012. Il campione nazionale intervistato è stato di 1323 casi ed … Leggi tutto

Approvata la legge dell’Equo compenso: fumo negli occhi per non discutere dei problemi seri

Con una non comune pomposità è stata celebrata dal sito nazionale dell’Ordine dei Giornalistil’approvazione della normativa sull’equo compenso che come la altrattanto decantata Carta di Firenze non servirà a un’emerito nulla. E inutil infarcire il codice di norme nuove e non essere tassativi nell’applicazione delle pre esistenti, fino a che tutti gli enti del giornalismo … Leggi tutto

RCS: c’è crisi …. attendiamo i dati di un noto giornale torinese

Via Milano Finanza Si è tenuto un vertice di 5 ore sul futuro dei quotidiani, il principale asset della società presieduta da Angelo Provasoli. L’ad Jovane ha prospettato al management l’eventualità di una revisione dell’organizzazione e della forza lavoro con l’uscita dalla redazione del Corriere della Sera di 100 giornalisti, una metà dei quali attraverso … Leggi tutto

Ponzellini and friends

L’ultima puntata di domenica scorsa di Report ha sollevato il velo vergognoso su tutta una serie di pietose connivenze economico – bancario – politiche in Italia. Per non dimenticare … Per i politici del Pdl e i loro parenti alla Banca Popolare di Milano l’aria è cambiata dopo la rimozione dell’ex presidente Massimo Ponzellini, finito … Leggi tutto