La legge che zittirà i blogger

E’ interessante notare come ha fatto Massimo Mantellini che i giornali e i loro direttori non si siano troppo degnati di enfatizzare  questo nuovo bavaglio realizzato dal Governo ai blogger. A pensar male si può concludere che senza volerlo il Governo in questo modo ha trovato un modo per limitare la concorrenza al predominiio informativo dei giornali tradizionali.

Juan Carlos De Martin via Lastampa.it

Eppure, singolarmente, diversi politici italiani, anziché concentrare le loro energie su come estendere l’esercizio di questa libertà a tutti i cittadini (il «digital divide» italiano, infatti, riguarda ancora oltre metà della popolazione), o su come più efficacemente educare la popolazione ad un uso maturo e consapevole della Rete (non si impara, infatti, in un giorno a guidare una Ferrari se si è sempre solo andati in bicicletta), da circa due anni sembrano cercare il modo di rendere l’espressione del proprio pensiero online più difficile e gravosa. Dopo diversi tentativi, forse ci stanno finalmente per riuscire. Il comma 29 dell’articolo 1 del decreto sulle intercettazioni in discussione in questi giorni alla Camera, infatti, estende – nella sua forma attuale – a tutti i gestori di siti informatici l’obbligo di rettifica previsto dalla legge sulla stampa: qualora non si dia seguito entro 48 ore ad una richiesta di rettifica, si è soggetti a una sanzione fino a 12 mila e 500 euro. Indipendentemente dal fatto che dietro al sito ci sia una struttura professionale o un semplice individuo, ovvero, che si tratti del sito, per esempio, de «La Stampa» o del blog della signora Maria Rossi, del sito di una grande azienda o di quello di una scuola elementare.

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Islanda, l’isola senza bavaglio

Via Repubblica.it

Alle tre di quella notte, quando il parlamento è stato chiamato a votare, la deputata anarchica Birgitta Jonsdottir non era affatto certa che la sua proposta sarebbe passata. E un mese dopo ancora si chiede se tutti i colleghi avessero capito l’entità della sfida che la piccola Islanda si impegnava a lanciare all’universo mondo – a Stati di polizia e a compagnie petrolifere, al Pentagono e a grandi banche, giù giù digradando fino all’Italia di Silvio Berlusconi. Ma fosse pure con il contributo di una scarsa consapevolezza, del sonno o della fretta di andare in ferie, sul tabellone elettronico è apparso, ricorda Birgitta, “un mare verde. Approvato all’unanimità. Ero stupefatta”. Da quel 16 giugno, un Paese di trecentomila abitanti promette uno scudo quasi totale ai disvelatori di segreti – segreti militari, segreti istruttorii, segreti societari, segreti di Stato.

Se documenti sottratti per un interesse pubblico saranno immessi in Internet da un server con base in Islanda, la giustizia dell’isola non potrà impedirne la divulgazione, tentare di scoprire chi li abbia rivelati, dare seguito a condanne comminate da tribunali esteri in base a leggi contrarie alle norme islandesi. Ancora: se uno Stato o un privato si ritenesse diffamato e ricorresse davanti ad una corte straniera, la società islandese proprietaria del computer (il server) che ha immesso in Rete carte segrete non solo non potrà essere intimidita con la minaccia di quei processi dai costi esorbitanti che stanno costringendo all’autocensura molto giornalismo occidentale, ma sarà autorizzata a rispondere con una contro-citazione davanti ad una corte dell’isola, dichiarandosi vittima di una minaccia alla libertà d’espressione.

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E’ ora di combattere con forza contro il comma ammazza blog e libertà di espressione

Via Valigia Blu

Le buone non sono servite a nulla: l’estensione dell’obbligo di rettifica previsto dalla legge sulla stampa del 1948 ai blog sta per diventare legge. E nella sua versione originaria, che prevede una sanzione fino a 12.500 euro per qualunque gestore di siti informatici “ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica” che non proceda alla rettifica entro 48 ore dalla richiesta e secondo precisi criteri di grafici, di posizionamento e visibilità. Gli emendamenti proposti al testo del comma contenente la norma (il 29 dell’articolo 1), sia quelli abrogativi avanzati dal PD che quelli migliorativi, come quello dell’On. Cassinelli del PDL, sono stati ritenuti infatti “inammissibili” dall’On. Bongiorno. Con un provvedimento che l’avvocato Guido Scorza non esita a definire “lapidario” e “pressoché privo di motivazione”. Ad aggiungere al danno la beffa, tutto questo avviene proprio mentre “cade il bavaglio alla stampa”, grazie anche ai voti di PD e UDC all’emendamento del Governo. Che naturalmente non conteneva alcuna previsione riguardante la Rete. Nella battaglia scatenata dai giornali negli ultimi mesi, del resto, non se ne è mai letto praticamente nulla. Come se la libertà di espressione nel nostro Paese non si misurasse già oggi, e sempre più in futuro, su Internet.

Diritti assoluti e diritti relativi

Via IlFattoQuotidiano Il nuovo attacco alla libertà di Stampa e al diritto di informazione, il premier Silvio Berlusconi lo lancia con un messaggio audio inviato ai promotori della libertà, all’indomani dello sciopero dei giornalisti contro il ddl intercettazioni, ormai noto come legge Bavaglio. “Dovete togliere il bavaglio alla verità – dice il premier – quel bavaglio imposto … Leggi tutto

Libera Rete il primo luglio

Via Valigia blu Giovedì 1 luglio – in occasione della manifestazione nazionale promossa dalla FNSI per la libertà di informazione – la rete delle micro web tv, dei portali iperlocali, delle web tv e web radio d’università, dei blog e videoblog, delle piattaforme online create dal basso rilancia online una maratona “a rete unificata”. L’evento … Leggi tutto

La “Bella ciao” del Belli in Roma

Via Repubblica Il 27 maggio, infatti, il coro del Belli, invitato ad esibirsi al Ministero dell’Istruzione alla presenza del sottosegretario Giuseppe Pizza, del capo della Segreteria Pasquale Capo e di due direttore generali ha concluso il concerto con un fuori programma, intonando le note di “Bella Ciao”. Un’improvvisazione che ha scatenato l’amara reazione della dirigente … Leggi tutto

Che la battaglia per un paese civile ora cominci

Via l’Espresso Se solo la legge fosse passata qualche mese fa, Claudio Scajola se ne starebbe ancora nella sua casa davanti al Colosseo ad aspettare l’auto blu che lo porta al ministero. Invece è tornato in Liguria, chiuso in casa e ormai fuori dalla politica. Le notizie uscite sui giornali – e non solo quelli … Leggi tutto

Le bozze del codice di autodisciplina di internet

Via Guido Scorza

Lo scorso 12 maggio il Ministro degli Interni Maroni ed il Viceministro alle Comunicazioni Romani hanno presentato agli operatori internet il testo della loro “Bozza definitiva” di “Codice di autodisciplina a tutela della dignità della persona sulla rete Internet” nonché quella del relativo “Protocollo d’intesa”.
Si tratta della prosecuzione dell’iniziativa già lanciata, nel dicembre dello scorso anno, dal Ministro Maroni, a seguito dei fatti di Piazza del Duomo a Milano: ieri come oggi, l’idea del Governo è quella di affiancare alla disciplina vigente una nuova regolamentazione capace di prevenire la commissione di illeciti a mezzo Internet e/o rimuoverne gli effetti.

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