Marchionne, Renzi, le corazzate dell’informazione e il loro pubblico che non c’è più (semmai c’è stato)

Via Linkiesta

Abbiamo fatto un test in redazione, e una rapida ricerca in archivio. Non ricordiamo di aver mai letto un politico di prima fascia – uno di quelli che punta a governare il paese conquistando il centro, per intenderci – parlare come ha parlato Matteo Renzi, mentre si rivolge all’amministratore delegato di Fiat. Ha detto le cose che pensano in tanti, in Italia, e cioè che Marchionne sia bravissimo nel gioco del pokerista che tiene coperte le carte, fino a quando qualcuno non lo obbliga a mostrarle. Ha detto, testualmente, che Marchionne ha preso in giro l’Italia. Noi, che sulla base dei numeri siamo sempre stati assai critici nei confronti della strategia di Sergio Marchionne, apprezziamo dunque le parole di Renzi, anche per il coraggio che esprimono, oltre che per l’acuta strategia comunicativa, che mette molti alleati e avversari sotto scacco.

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Pensavo fosse un piano industriale, invece era una dichiarazione d’intenti

Via Linkiesta L’amministratore delegato di Fiat-Chrysler, Sergio Marchionne, è tornato ancora una volta su Fabbrica Italia. Da «più straordinario piano industriale che il paese abbia mai avuto», come scriveva nell’aprile 2010, nei giorni scorsi era diventato «una dichiarazione d’intenti». Oggi, invece, «l’espressione di un indirizzo strategico». Se fosse un film, probabilmente si chiamerebbe “Pensavo fosse … Leggi tutto

Ma di che cosa si lagna Marchionne ?

Un combattivo Luciano Gallino su Repubblica via Dagospia

Marchionne ha affermato che l´Italia deve cambiare atteggiamento nei confronti di Fiat Auto. L´Italia dovrebbe diventare più comprensiva nei confronti delle sue strategie. Più aperta al nuovo che esse rappresentano in tema di relazioni industriali e di piani produttivi. Da ciò si dovrebbe anzitutto dedurre che i suoi uffici gli passano da tempo una rassegna stampa largamente incompleta.

Una pur rapida scorsa agli articoli pubblicati nell´ultimo anno o due, alle dichiarazioni dei politici, ai comportamenti di due dei maggiori sindacati su tre, porta a concludere che nove articoli su dieci dei maggiori quotidiani, quattro quinti degli accademici, l´intero governo, e perfino gran parte dei politici di opposizione si sono espressi con fervore dalla parte delle strategie di Fiat. Tutti d´accordo: chi critica Fiat si oppone al nuovo che avanza, ai dettami della globalizzazione, allo sviluppo industriale del paese.

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Il nuovo ricatto di Fiat ai lavoratori di Bertone

Via QP

E’ durato circa due ore l’incontro, al Lingotto di Torino, tra l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, e i sindacati sulle Officine automobilistiche Grugliasco (ex Bertone). L’azienda ha confermato la sua posizione e attende la decisione delle rsu (rappresentanze sindacali di stabilimento) sulla proposta di applicare l’accordo di Pomigliano anche allo stabilimento ex Bertone. All’incontro, per la prima volta, erano presenti i segretari generali (di seguito le dichiarazioni) di Cgil, Cisl, Uil e Fismic, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Roberto Di Maulo, accompagnati dai rappresentanti dei metalmeccanici di ogni sigla. Ora, si attende quindi il pronunciamento delle rsu ex Bertone, che in attesa dell’incontro avevano rinviato l’assemblea programmata per oggi alle 14. Toccherà a loro decidere se accettare l’accordo, indire un referendum tra i lavoratori, rifiutare…

La comunicazione della Fiat:

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Ipotesi sui destini di Fiat americanizzata

Via Repubblica.it Torino capitale europea del colosso FiatChrysler. Quali conseguenze pratiche avrebbe questa scelta? Mentre la polemica degli ultimi giorni riguarda soprattutto il piano politico e sindacale, è ben più difficile capire quali sarebbero gli effetti concreti di una simile decisione. Oggi gli Enti centrali di Mirafiori governano su un impero che va dal Brasile … Leggi tutto

La puntata di Report sulla Fiat: testo e video

Via QP Domenica 27 marzo è andata in onda su Rai 3 uno speciale di Report di Milena Gabanelli realizzata da Giovanna Boursier dedicata alla Fiat. Il reportage racconta la storia della Fiat fino agli ultimi anni: la grande crisi, l’arrivo di Marchionne, l’accordo con Chrysler e l’analisi economica e strategica del futuro dell’azienda. Il … Leggi tutto

Le relazioni industriali dopo Marchionne

Via Lavoce.info

L’accordo alla Fiat voluto da Sergio Marchionne pone fine al contratto nazionale di lavoro che aveva caratterizzato le relazioni industriali di questo dopoguerra e supera di fatto l’accordo del 1993 che aveva consentito di battere l’inflazione e di far entrare l’Italia nell’euro. L’accordo di Mirafiori rappresenta il primo contratto aziendale che viene a sostituire quello nazionale. Se anche qualche azienda della filiera dell’auto dovesse successivamente agganciarsi all’accordo, non per questo esso tornerebbe a essere un contratto nazionale. Ed è da prevedere che altre grandi aziende si avvieranno su questa strada. Già nei giorni scorsi Fincantieri ha denunciato il suo disagio con il contratto di lavoro e con l’assistenza della Confindustria in alcune provincie.

C’è una logica in questa tendenza. Le grandi imprese sono sempre meno interessate al mercato nazionale e guardano ai mercati internazionali. Inoltre, il riferimento settoriale con cui si costruiscono i contratti di lavoro sta tramontando. Le imprese sono interessate più ai mercati di sbocco che alle classificazioni settoriali di natura merceologica. Si delinea così un quadro di relazioni industriali dove saranno le singole imprese a decidere se far ricorso a un contratto aziendale o se applicare il contratto nazionale. Quest’ultimo finirà per essere essenzialmente il contratto delle piccole imprese, ossia di quelle aziende che pensano di non avere strumenti per negoziare un contratto autonomo. Sono anche imprese che non vedono di buon occhio lo svilupparsi di una concorrenza attraverso contratti differenziati per accaparrarsi i migliori lavoratori. Proprio per evitare una tale concorrenza, alcune di esse faranno ricorso a contratti territoriali. Il contratto nazionale costituirà una sorta di base minima per i contratti aziendali, anche se con il passare del tempo sono prevedibili differenze sostanziali che finiranno per renderne difficile la comparazione.

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Il giorno più lungo per Fiat

Via Lo Spiffero

Giornata storica per la Fiat dopo lo scorporo della società. L’amministratore delegato, Sergio Marchionne, presente come padrino al battesimo delle contrattazioni in Borsa di Fiat Industrial, l’azienda del gruppo che produce camion e trattori, separata da Fiat Spa, alla quale sono rimasti l’auto e altri asset. Chi detiene azioni “ex-Fiat” avrà in portafoglio entrambi i titoli del Lingotto. Mentre il mondo economico tiene gli occhi puntati su Piazza Affari, resta però un altro grande tema sul tappeto, i rapporti tra Cgil e Fiom in vista del referendum sull’accordo di Mirafiori: tema nel quale si inserisce anche Sergio Cofferati, che scende in campo a fianco dei metalmeccanici.

Chi detiene azioni “ex-Fiat” avrà dunque in portafoglio entrambi i due titoli del Lingotto scambiati a partire dal 3 gennaio: per ogni azione Fiat riceverà un’azione Fiat Industrial della stessa categoria. Le “scommesse” degli investitori sul valore che il mercato darà ai due titoli hanno portato, giovedì all’ultima chiusura di Borsa, le “vecchie” azioni Fiat a 15,43 euro (+2,94%). Rispetto a questo valore, se il mercato confermerà le stime del consensus di analisti raccolto da Bloomberg (Fiat 6,65 euro, 9,40 Fiat Industrial) i due titoli, insieme, verranno quotati con un premio di circa il 4%.

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