In 33 a giudizio per i mondiali di nuoto di Roma

Via IlFattoQuotidiano In 33 a processo per abuso edilizio. È il risultato dell’inchiesta della procura di Roma sulla realizzazione di impianti sportivi, piscine e altre strutture, in occasione dei mondiali di nuoto del 2009. Tra gli imputati citati in giudizio figurano Angelo Balducci, già presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, tuttora detenuto per la vicenda degli … Leggi tutto

Il calcio non è una cosa seria

Nel giorno in cui un ministro appena nominato per ragioni ai più poco chiare chiede il legittimo impedimento per bloccare un processo per appropriazione indebita a lui intentato. In cui i presidenti delle regioni italiane manifestano il rischio di bancarotta e minacciano di rimettere le loro deleghe esecutive al governo centrale. In cui Confindustria sostiene … Leggi tutto

E l’Italia sparisce da mezzo Piemonte servito dal digitale terrestre

E’ buffo pensare che si dice che lo switchoff al digitale è stato posticipato per evitate che gli italiani rischiassero di non vedere i mondiali. Poi verso la metà del primo tempo di Italia – Nuova Zelanda è sparito il segnale digitale da mezzo Piemonte. Non che calcisticamente sia stata una grande perdita. (via Repubblica) … Leggi tutto

L’internet della crisi

Scoperta tardi, ma non per questo non meno interessante l’analisi attenta di Fabrizio – Biccio

A chi come me porta a casa la propria pagnottella quotidiana grazie ad Internet, e che magari come me ha vissuto drammaticamente il tracollo della new economy dopo l’11 settembre 2001, qualche brivido sulla schiena per il crollo delle borse mondiali e l’inaugurazione di un periodo di vera e tangibile recessione non sarà mancato. Certo, siamo lontani dalla impressionante e ridicola bolla di fine anni 90, quando c’era chi riusciva a farsi pagare 500.000 Lire al giorno per fare pagine HTML con le tabelle e Dreamweaver, o faceva margini del 600% sui progetti web. Tuttavia non è facile scrollarsi di dosso la sensazione di “costruire il superfluo”, in un momento in cui si intravedono obiettive difficoltà su aspetti molto più concreti della vita quotidiana delle persone e delle imprese. Questa riflessione, figlia legittima dei titoloni a segno meno sui quotidiani e i telegiornali nazionali, si è poi trasformata in una prima, e poi in una seconda domanda: com’è cambiata la rete dopo il crollo del 2001? E adesso invece cosa accadrà?

A distanza di sette anni, abbiamo capito che quello che oggi chiamiamo web 2.0 è in larga parte figlio della crisi del 2001. Fine dei budget multimilionari per progetti di scarso valore, fine delle supermega web agencies dirette da ricchissimi dandies simil-rockstars, nascita e sviluppo di standard aperti, piattaforme open source, e nascita di un uso attivo della rete da parte degli utenti, sono solo alcuni dei vettori che hanno portato fin qui. Non una vera rivoluzione, ma certamente un riequilibrio dei valori in campo. E all’alba di un nuovo tracollo, o comunque di un momento molto difficile, è possibile un accelerazione improvvisa verso una seconda austerity, basata sulla valorizzazione di quanto già esistente (e magari poco sfruttato) piuttosto che la spesa insostenibile di nuovi mostri da costruire from scratch. Senza quindi voler fare l’oracolo della domenica, provo a buttar giù quello che ritengo potrà essere l’atteggiamento più intelligente, in epoca di crisi, per chi si occupa di attività su Internet:

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Giamaica: nel paese dei mega sportivi

Via lastampa.it

La Giamaica è la trionfatrice delle Olimpiadi di Pechino 2008, almeno tenendo conto delle dimensioni economiche e demografiche e grazie alla velocità dimostrata in pista dai suoi campioni, in primis Usain Bolt, vincitore di tre medaglie d’oro sui 100 metri, 200 metri e staffetta 4X100 e con i record mondiali messi a segno. La vittoria del piccolo stato caraibico emerge dalla speciale classifica, stilata come di consueto da StageUp-Sport & Leisure Business al termine di ogni edizione dei Giochi Olimpici, che tiene conto delle medaglie vinte in rapporto alla numerosità della popolazione ed alla ricchezza generata dalle nazioni partecipanti. Il Paese caraibico precede Bielorussia e Australia.

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