Giornalismo online sconosciuto Ansa

Via Ansa
C’è chi come Robin Good (italianissimo nonostante il nome) ha creato un utile e redditizio sito su tutto ”quello che ogni esperto di comunicazione deve sapere”; chi come Marco Mazzei, direttore dei contenuti online della Mondadori, parla di ”latitanza” e ritardo dell’Ordine dei giornalisti e del sindacato sui temi della comunicazione sul web; Francesco Magnocavallo dirige Blogo.it, società editoriale indipendente (la cosiddetta nanopublisher) che riunisce 300 blogger professionisti, annuncia la prima Carta dei diritti e dei doveri dei blogger: è accaduto oggi durante il convegno ‘Giornalismo online, questo sconosciuto’, organizzato dalla Fnsi. Un’occasione per presentare i primi dati di una ricerca sul giornalismo digitale avviata da Lsdi (Libertà di Stampa e Diritto all’Informazione),
secondo cui oltre il 58% di chi lavora in testate online non ha contratto giornalistico (contro il 41,67 che invece lo ha); il 78,38% svolge lavoro di desk (contro il 16,22% che lavora ‘in esterno’). Per quanto riguarda la produzione di notizie, al top della classifica troviamo la cronaca locale (14,94%) e la cultura (12,67%), seguite da politica (10,49%) ed economia (10,13%).

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L’internet della crisi

Scoperta tardi, ma non per questo non meno interessante l’analisi attenta di Fabrizio – Biccio

A chi come me porta a casa la propria pagnottella quotidiana grazie ad Internet, e che magari come me ha vissuto drammaticamente il tracollo della new economy dopo l’11 settembre 2001, qualche brivido sulla schiena per il crollo delle borse mondiali e l’inaugurazione di un periodo di vera e tangibile recessione non sarà mancato. Certo, siamo lontani dalla impressionante e ridicola bolla di fine anni 90, quando c’era chi riusciva a farsi pagare 500.000 Lire al giorno per fare pagine HTML con le tabelle e Dreamweaver, o faceva margini del 600% sui progetti web. Tuttavia non è facile scrollarsi di dosso la sensazione di “costruire il superfluo”, in un momento in cui si intravedono obiettive difficoltà su aspetti molto più concreti della vita quotidiana delle persone e delle imprese. Questa riflessione, figlia legittima dei titoloni a segno meno sui quotidiani e i telegiornali nazionali, si è poi trasformata in una prima, e poi in una seconda domanda: com’è cambiata la rete dopo il crollo del 2001? E adesso invece cosa accadrà?

A distanza di sette anni, abbiamo capito che quello che oggi chiamiamo web 2.0 è in larga parte figlio della crisi del 2001. Fine dei budget multimilionari per progetti di scarso valore, fine delle supermega web agencies dirette da ricchissimi dandies simil-rockstars, nascita e sviluppo di standard aperti, piattaforme open source, e nascita di un uso attivo della rete da parte degli utenti, sono solo alcuni dei vettori che hanno portato fin qui. Non una vera rivoluzione, ma certamente un riequilibrio dei valori in campo. E all’alba di un nuovo tracollo, o comunque di un momento molto difficile, è possibile un accelerazione improvvisa verso una seconda austerity, basata sulla valorizzazione di quanto già esistente (e magari poco sfruttato) piuttosto che la spesa insostenibile di nuovi mostri da costruire from scratch. Senza quindi voler fare l’oracolo della domenica, provo a buttar giù quello che ritengo potrà essere l’atteggiamento più intelligente, in epoca di crisi, per chi si occupa di attività su Internet:

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La fine del mondo in diretta

D’accordo stiamo scherzando. Molti si sono dichiarati terrorizzati dalla messa a regime dell’Lhc del Cern. Ma si tratta di eccesso di zelo L’evento di scienza e tecnologia e di divulgazione scientifica per l’inaugurazione dell’accelleratore è senza precedenti con dirette via satellite e via internet. In diretta dal Cern verrà trasmessa la prima messa in funzionamento … Leggi tutto

Il bello della diretta

Da quando il bloggante ha preso anche la responsabilità del multimedia di Lastampa.it si è sforzato di trovare modi per portare in presa diretta gli eventi che accadono in giro per il mondo. Il lavoro è certosino perchè avendo budget zero o giù da quelle parti occorre programmarsi bene il lavoro, cercare eventi che vengano … Leggi tutto

La ministro con le Crocs

Prima dell’inizio dei Giochi olimpici, il ministro della Sanità e dello Sport francese , Roselyne Bachelot aveva dichiarato che se la delegazione francese avesse eguagliato il risultato di Atene 2004, 40 medaglie appunto, si sarebbe presentata alla prima occasione ufficiale dopo la pausa estiva indossando le vistose ciabatte di colore rosa.

Apple tradita dall’Iphone

Glauco Maggi su Lastampa.it Era in commercio da soli due giorni dopo il lancio dell’11 luglio, ma l’iPhone G3 della Apple era già bombardato di lamentele dai suoi clienti più fedeli, quelli che avevano affrontato code di ore per assicurarselo. Linee cadute con frustrante frequenza e coperture lacunose hanno presto mandato in frantumi il sogno … Leggi tutto