Il mostro

Via giornalettismo Pochi minuti dopo le 10, Anders Breivik inizia a parlare. “Sono qui, oggi, come rappresentante del Movimento di Resistenza Nazionale Norvegese e dei Cavalieri Templari”, dice l’assassino dell’estrema destra norvegese. Dicono che sono pazzo, folle, che sono psicotico e che ho varie paranoie; che uccido bambini, che sono razzista e che sono fisicamente … Leggi tutto

Il male che si nasconde

Ivo Diamanti su Repubblica.it

La Norvegia. Che rispetta la natura e non fa affari con i dittatori. Dove i poliziotti girano disarmati. Un Paese mite. Nel quale nessuno potrebbe immaginare, “ragionevolmente”, un’esplosione di violenza tanto cieca, covata al proprio interno. Già: al “proprio interno”. Perché è difficile rassegnarsi a questa evidenza. Visto che il “riflesso condizionato” degli osservatori e dei commentatori, di fronte a tanto orrore, ha reagito, dapprima e a lungo, cercando una spiegazione coerente – e in fondo rassicurante – con le proprie ragioni, i propri giudizi – e pregiudizi… Richiamando il fantasma delle cellule Qaediste, la Jiad. In altri termini: il Terrore Islamico che aizza lo Scontro di Civiltà. Il Nemico evocato, subito, sulle cronache delle edizioni on-line (talora, anche cartacee) dei giornali. Alcuni, in particolare, particolarmente riluttanti – e renitenti – a rassegnarsi, anche di fronte all’evidenza. Invece no. L’assassino, il Mostro, è un giovane norvegese. Biondo, cristiano fondamentalista, anti-islamico.

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