La sindrome Nimby del giornalismo italiano e i goffi tentativi di riforma dell’Ordine

Via il Fatto Quotidiano

In questi mesi si parla molto di liberalizzazioni, visto che il Governo Monti e l’Unione Europea stanno cercando di liberalizzare il liberalizzabile. L’inverso logico delle liberalizzazioni nel mondo del lavoro sono gli Ordini Professionali. La posizione Europea è chiara: gli ordini professionali possono esistere se è chiara la loro funzione di interesse pubblico nella società. Se sono fonti di monopoli, oligarchie, posizioni dominanti, e non servono pubblicamente, vanno sciolti o regolamentati meglio. I due recenti decreti sul tema dei Governi Berlusconi e Monti hanno suscitato un dibattito pubblico sulla funzione sociale degli Ordini e sulle implicazioni occupazionali della loro riforma, mentre all’interno dei singoli Albi professionali, oltre a organizzare degli incontri con il Governo, si stanno proponendo delle auto-riforme con l’obiettivo di farcela per il prossimo 18 agosto. Addirittura si sta organizzando per il 1 marzo un Professional Day con tanto di evento televisivo e streaming su Internet.

Di quanto sta accadendo all’Ordine dei Giornalisti si parla poco, soprattutto se ne parla poco ai cittadini, che meritano trasparenza su quelli che dovrebbero essere i loro fornitori di informazioni… ma si sa, i giornalisti non amano parlare delle loro cose in pubblico. Riservatezza o vergogna ? Ai posteri l’ardua sentenza. O forse in questo caso si tratta più della sindrome Nimby di un gruppo di professionisti – non tutti, ad essere sinceri – che per mestiere raccontano degli altri, ma non delle loro cose. Che chiedono riforme, ma che non amano essere riformati.

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In Veneto nasce il Centro Studi New Media e nuove tecnologie applicate all’informazione

Via Odg Veneto

Realizzare una struttura di studio, dibattito e riflessione, ma anche di formazione e aggiornamento permanente per i giornalisti del Veneto, dedicato alle nuove tecnologie applicate all’informazione con particolare riferimento ai nuovi media a disposizione per la diffusione delle notizie, al loro funzionamento, alle opportunità di lavoro offerte in rete, ai nuovi linguaggi, alle possibilità di integrazione con i media tradizionali.

E’ l’obiettivo del “Centro Studi New Media e nuove tecnologie applicate all’informazione”, promosso dall’Ordine dei giornalisti del Veneto, attraverso la Scuola di giornalismo “Dino Buzzati”, in collaborazione con VEGA Parco Scientifico Tecnologico di Venezia e l’Ordine nazionale dei giornalisti, che verrà presentato alla stampa giovedì 26 gennaio 2012, alle ore 11.00, al VEGA, Sala Meet, piano terra dell’Edificio Porta dell’Innovazione.

Presenteranno l’iniziativa: Gianluca Amadori, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Veneto, Orazio Carrubba, Direttore della Scuola di giornalismo “Dino Buzzati”, Michele Vianello, Direttore Generale di VEGA.

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In Piemonte si sono persi il sito dell’Ordine dei Giornalisti

Via Testo Libero Questa mattina capita che per pagare l’annuale quota di iscrizione ci si colleghi con il sito dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte. Per scoprire che il sito è sparito dalla rete Evidentemente in Piemonte non sono così votati all’innovazione da aver dimenticato di rinnovare il nome di dominio …

Futuri probabili dell Ordine dei giornalisti

Il maestro Franco Abruzzo disegna il futuro dell’ODG a partire da vari fenomeni in corso d’opera.

Poniamo il caso che il Dpr di riforma della normativa avvenga entro il 13 agosto. Il Dpr dovrà recepire i principi di cui abbiamo appena parlato. In questo caso l’Ordine dei Giornalisti perderà il potere disciplinare (che passerò ai Consigli di disciplina) e non potrà più iscrivere i pubblicisti nell’apposito elenco dell’Albo, in quanto gli stessi non fanno il praticantato e non sono sottoposti all’esame di Stato come condizione vincolante per l’accesso all’Albo. Rimane da verificare il destino degli attuali pubblicisti che potrebbero confluire in un elenco ad esaurimento sul presupposto che il titolo, benché non sia abilitante all’esercizio della professione di giornalista, non si possa togliere a chi lo ha conseguito.

L’Ordine si occuperà dell’esame di Stato, della formazione continua permanente, dovrà disciplinare le società tra professionisti (Stp) e la pubblicità informativa nonché le polizze assicurative per i rischi derivanti dall’esercizio dell’attività professionale.

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Una rivoluzione possibile dell’Ordine dei Giornalisti (finchè esiste)

Via Franco Abruzzo La legge professionale dei  giornalisti diventa un Dpr. Ai Consigli dell’Ordine competenza sugli Albi, sull’esame di Stato e sulla formazione continua (novità di grande rilevanza). Potranno nascere società di professionisti. Le regole deontologiche passano ai Consigli di disciplina. Cancellati i pubblicisti, che potrebbero restare iscritti in un  Albo ad esaurimento, ma i … Leggi tutto

Approvata dall’Odg nazionale la Carta di Fienze

Via Odg Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti ha approvato la carta deontologica scritta a Firenze dai colleghi free lance, collaboratori e precari di tutta Italia. La carta è uno strumento deontologico innovativo per disciplinare modelli virtuosi di collaborazione tra giornalisti e cooperazione con editori per cementare ancora la fiducia tra stampa e lettori. Normerà … Leggi tutto

Lettera aperta all’Ordine dei Giornalisti del Piemonte

Rendo pubblica questa lettera aperta allegata un esposto indirizzato al Consiglio Regionale dell’Ordine dei Giornalisti e in conoscenza al Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. L’esposto ha avuto seguito per ora una audizione presso l’ODG piemontese nella giornata di giovedì scorso

E’ arrivato il momento per parte mia di uscire dal politicamente corretto e dall’asepsi delle parole per affrontare “in campo aperto” e “senza censure” quanto accaduto alla mia persona in questi anni dal punto di vista umano e professionale.
Nell’inviarvi la documentazione e l’esposto che allego a questa mia desidero trasmettere riflessioni sulla mia vicenda che esprimo in Lettera Aperta che nei prossimi giorni renderò pubblica. La mia storia professionale giornalistica è intrisa di una serie di avvenimenti e di circostanze che quando narrate a colleghi di altre regioni producono domande del tipo “ma che succede in Piemonte ?”.
Penso che il voler lavorare in una delle regioni più mature economicamente, socialmente e culturalmente dell’Italia non possa essere un handicap per chi lo vuol fare liberamente, seriamente, con professionalità e onestà nel settore giornalistico.
Penso che la situazione di estrema difficoltà dei giornalisti in questa regione sia visibile a tutti.
Penso che coloro i quali denunciano irregolarità deontologiche e codicistiche debbano essere tutelati per l’opera che svolgono per una professione migliore e per la tutela dei colleghi.
Penso che coloro i quali violano le leggi e la deontologia professionale debbano essere giudicati correttamente e non “amnistiati”.

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Il futuro del giornalismo. Etica e professione

Via ANSO Un convegno per presentare e discutere i risultati di due ricerche su etica e giornalismo, con uno sguardo al futuro della professione. Questo l’evento organizzato dall’Ordine dei Giornalisti della Lombardia il prossimo 6 ottobre a Milano, nell’Aula Magna Università Statale (Via Festa del Perdono 3) a partire dalle ore 9,30. “Il futuro del … Leggi tutto

Giornalismi e giornalisti a Firenze il 7-8 ottobre

Una voce può cambiare il mondo. Tante voci insieme cosa possono fare? A Firenze, il 7-8 ottobre l’Ordine dei Giornalisti ha organizzato gli stati generali della precarietà. “Giornalismi e giornalisti per la dignità della professione” è il titolo della nostra manifestazione. Hanno aderito anche Federazione Nazionale della Stampa Italiana, l’Ordine dei giornalisti della Toscana e l’Assostampa Toscana, con il sostegno di Inpgi e Casagit.

Faremo sentire le nostre voci, ma presenteremo anche una carta deontologica, la Carta di Firenze, che è uno spartiacque in una professione sempre più da far west. La carta, alla quale lavoreremo tutti insieme, impone comportamenti ‘etici’ tra colleghi, puntando l’accento sulla rispetto di chi vive la precarietà sulla pelle. La dedicheremo a Pierpaolo Faggiano, il collega pugliese che si è tolto la vita proprio perché non riusciva più a tollerare la precarietà lavorativa.

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La mini riforma dell’ordine dei giornalisti

Via Franco Abruzzo

L’obbligo di una laurea, almeno triennale, per i giornalisti professionisti, e quello di passare un esame di cultura generale, che attesti anche la conoscenza dei principi di deontologia professionale, per gli aspiranti pubblicisti. Sono fra i punti della Riforma dell’Ordine dei giornalisti, approvata oggi alla Commissione Cultura della Camera, che ha deliberato in sede legislativa, con un solo astenuto (il deputato Renato Farina del Pdl (meglio noto come Betulla n.d.b). Unanime la soddisfazione in Commissione e da parte di Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine, che però auspica (insieme a molti in Commissione) in Senato vengano recuperate la parti cancellate dalla proposta, come «la commissione deontologica e il giurì per la correttezza dell’informazione». Per Giancarlo Mazzuca (Pdl), relatore della riforma, «non si poteva andare avanti con regole vecchie di 50 anni, varate con la legge Gonella del 1963.

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Giornalisti, Ordine ed editori (5)

Via LSDI Il dibattito si sta animando su LSDI dopo l’incontro svoltosi al festival del Giornalismo di Perugia. E’ cosa positiva che finalmente si affronti “a cielo aperto” le tematiche del precariato e della legalità del giornalismo italiano. Per quanto non personalmente non possa condividere diversi aspetti dell’intervento del presidente ODG Iacopino occorre riconoscere che … Leggi tutto

Giornalisti, Ordine ed editori (4)

Il presidente Jacopino risponde Via LSDI

Mi chiede un segnale forte. Credo di darlo, so di darlo grazie al conforto che mi viene da centinaia e centinaia di giovani sfruttati da quei ladri di sogni e di verità che ci sono tra gli editori.

La risposta al suo quesito di fondo è NO. Un no netto, chiaro. Non baratterò il dovere della denuncia del comportamento vergognoso di molti editori, i loro furti di dignità che perpetuano con la schiavitù del precariato con il miraggio di una carota, il colloquio con gli editori.

In questa vicenda ci sono in campo due parti: una i giornalisti, in particolare i più giovani; l’altra gli editori, impegnati solo in logiche mercantili. Non mi chieda, né lei né altri, di stare in mezzo. La mia scelta è netta ed è con i primi, non perché sono gli ultimi (non mi condiziona il mio essere cattolico) e neanche per una logica di casta. Ma per ragioni morali.

In una sua recente performance, il presidente della Fieg si è gloriato di risultati che vanno un po’ meglio, sorvolando su una riduzione del costo del lavoro del 9,6 per cento. Siamo stati noi, con il sacrificio di centinaia di professionisti, rottamati senza ritegno, a dare un contributo fondamentale se non unico. Carlo Malinconico parla solo e sempre di soldi, in tutte le occasioni. E’ stato inutile chiedergli una presa di distanze da quanti tra gli editori si comportano in maniera scorretta. Inutile. Per il presidente della Fieg non è mai “la sede giusta”.

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