Suoneriopoli

Alessandro Longo su Repubblica

Otto esposti all’Antitrust firmati da Altroconsumo contro gli abusi di chi vende suonerie. Nella prima inchiesta a largo spettro sui venditori, è risultato che ” su dodici fornitori contattati solo uno ha venduto una singola suoneria. Gli altri undici hanno attivato un abbonamento, con impossibilità per l’utente di stabilire quanto pagherà in totale alla fine, e a chi”. Scarsa trasparenza, quindi, e costi che possono arrivare inattesi al consumatore.

Il sistema è noto ed è stato più volte bacchettato dalle Autorità del settore: arriva un sms che dice: “scarica questa suoneria gratis”. Oppure, si legge su riviste destinate a adolescenti la pubblicità di suonerie, con la parola “gratis” in bell’evidenza. Si chiama il numero reclamizzato o ci si reca a un sito Internet per ricevere la suoneria, che in effetti è gratis. Peccato però che nel contempo si attiva, spesso silenziosamente, un abbonamento, che sottrae al solito 4 euro alla settimana dal credito prepagato dell’utente, senza avvisarlo. La clausola dell’abbonamento è spesso in piccolo, nella pubblicità, o compare solo al momento del download della suonerie; in certi casi non appare affatto. Per un adolescente è facile cadere in inganno e non capire poi come mai il credito prepagato si prosciughi così velocemente.