Il Governo ai tempi della crisi

Via Openpolis

Il primo anno del Governo Renzi è l’occasione per un’analisi comparata sulla composizione e le attività degli Esecutivi Berlusconi, Monti, Letta e Renzi. Quali le priorità, quante le leggi, le variazioni nella maggioranza e il rapporto con il Parlamento.

Equilibri istituzionali. La transizione verso la “Terza Repubblica” è avviata su un percorso ancora non ben definito ma con alcune certezze. La principale non è che l’armonizzare da un punto di vista normativo ciò che è già prassi: il conferimento al Governo di maggiori poteri.

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Il comunicato del Cdr del Corriere sulla situazione di crisi di Rcs

Care lettrici e cari lettori,

il giornale che state leggendo oggi è in edicola grazie al senso di responsabilità mostrato dai giornalisti del Corriere della Sera in forza degli avvenimenti eccezionali accaduti ieri. Il nostro giornale, insieme con tutto il gruppo RcsMediaGroup, sta subendo un attacco inaudito e inaccettabile da parte dei vertici di questa azienda.

E’ stato annunciato, a soli due anni dal precedente stato di crisi, un ulteriore taglio di 800 lavoratori (tra giornalisti e poligrafici), una quota pari a oltre il 15% degli organici, tra Italia e Spagna. Una decisione gravissima che, se applicata fino in fondo, sfregerebbe irrimediabilmente l’identità del Corriere e delle altre testate del gruppo. Inoltre l’azienda ha annunciato di voler spostare la sede del Corriere della Sera da via Solferino 28, cancellando con un grossolano gesto contabile più di 100 anni di storia, il simbolo più importante della libertà di stampa in questo Paese, un pezzo unico e irripetibile del patrimonio culturale italiano.

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Giornali come Highlander

Via Cado in piedi

La Newspaper Association of America ha rilasciato i dati dei ricavi pubblicitari dei giornali statunitensi del 2011 comparati con la serie storica a partire dal 1950. La curva cresce fino al 2000 con il picco di 63,5 miliardi di dollari e scende all’improvviso in verticale dal 2008, come se fosse colpita da un fulmine ritornando ai livelli degli anni ’50, 22,6 miliardi di dollari nel 2011 contro 20 miliardi del 1950 (attualizzati con l’inflazione).
La raccolta pubblicitaria dei giornali si sta prosciugando. Solo negli ultimi tre anni ha perso negli Stati Uniti 35 miliardi di dollari. Le principali ragioni della scomparsa della pubblicità dai giornali americani sono lo sviluppo dell’informazione in Rete, il grande successo del sito Craigslist con lo spostamento on line degli annunci economici e l’avvento dei Social Media dove la pubblicità ha ritorni molto maggiori di un giornale sia per la versione cartacea che per quella on line. Nei mercati dove internet è diffuso la pubblicità per i giornali sta diventando insufficiente per mantenere gli attuali costi. In Italia avverrà lo stesso fenomeno nell’arco di pochi anni, due o tre. I giornali riusciranno a vivere senza pubblicità e senza il quotidiano di carta che vende sempre meno copie?

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La crisi economica for dummies in radio

Un ottima idea di Radio 24 per spiegare la situazione economica agli italiani Martedì 20 e mercoledì 21 Dicembre Radio 24 vi da una mano a capire la crisi. Due giornate di programmazione speciale per spiegarvi cosa sta accadendo: le informazioni, gli approfondimenti, i consigli degli esperti, il quadro internazionale, le Borse. Due giornate dedicate … Leggi tutto

Standard and Poor’s ci mette in classe A

Sempre peggio, si prevedono borse sempre più in caduta liberaVia Il Sole 24 Ore Standard and Poor’s ha deciso di tagliare il rating sul debito italiano, portandolo da A+ ad A. La notizia è arrivata almeno in parte a sorpresa, dopo che Moody’s aveva deciso di tenere sotto osservazione il nostro debito sovrano ancora per … Leggi tutto

La vita low cost dell’anno 2011

Via Pane o diritti Il risparmio in Piemonte è azzerato: lo dice l’ultimo rapporto di Unioncamere. Un risultato preoccupante, eppure non si è trattato di un’analisi complicata: sarebbe bastato leggere i dati occupazionali dell’ultimo periodo, ai minimi degli ultimi vent’anni, per giungere alle medesime conclusioni. Raffaele ha 36 anni. Vive in un bilocale in zona … Leggi tutto

L’ultima beffa dei lavoratori di Eutelia

Beatrice Borromeo sul Fatto via QP Condannati. Solo che gli ultimi a sporcarsi la fedina penale non sono i manager che hanno spolpato Eutelia, lasciato senza lavoro migliaia di persone e che si sono intascati milioni di euro di commesse. Ma i dipendenti che, nei mesi in cui venivano ignorati dai loro datori di lavoro … Leggi tutto

Compro oro

Via Lastampa.it

Difficile, ormai, girare per la città senza imbattersi nei loro sgargianti inviti: «compro oro», «pago in contanti». Complice la crisi e le performances borsistiche da star del metallo bene rifugio per eccellenza, questi negozi con le insegne gialle e cubitali, le vetrine rigurgitanti di luci e di promesse, sembrano moltiplicarsi un po’ ovunque. Dalla Questura spiegano che a Torino e provincia, solo nel corso del 2010, sono state richieste più di cento licenze. Cifre di tutto rispetto se pensiamo che nel capoluogo piemontese (dati Camera di Commercio) ci sono oggi 340 gioiellerie. O meglio, 340 «commercianti al dettaglio di orologi e gioielli». Il guaio è che i mister «compro oro» sono inquadrati nella medesima categoria dei gioiellieri «normali». E il monitoraggio puntuale delle licenze da parte della Questura è stato avviato solo dal 2010. Impossibile, dunque, misurare l’incremento di queste attività rispetto al passato. Ma le oltre cento licenze richieste e una semplice occhiata fra le vie della città, autorizzano comunque a parlare di un vero e proprio «boom» del fenomeno.

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Vittime della crisi (e della serietà) : Vagnino

Via Lastampa.it

Dopo quasi novant’anni di attività, «Da Vagnino c’è» non c’è più. Oggi infatti la catena di cartolerie nata nel cuore di Torino vivrà l’ultimo atto di una storia cominciata nel 1922, quando, in via Lagrange, per opera di Francesco Vagnino, nasceva il primo negozio di cancelleria, forniture per ufficio e materiale da disegno della famiglia.

L’ambizioso progetto si avvaleva di uno scrupoloso credo commerciale che Vagnino definiva così: «La mia soddisfazione è la soddisfazione del cliente soddisfatto, e la fiducia del pubblico è cosa sacra». Una filosofia tramandata al figlio Riccardo, che nei primi Anni 60 ha assunto la direzione dell’azienda. Nello steso periodo Vagnino apriva un nuovo negozio in corso Francia, seguendo una strategia di espansione aziendale che nel 1972 sfocerà in un’altra apertura a Mirafiori.

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L’Irlanda per salvarsi accetta gli aiuti di Fondo monetario e Unione europea

Via Ilsole24ore Cade l’ultima foglia per voce del ministro delle Finanze Brian Lenihan e Dublino si lascia andare all’abbraccio di Fondo monetario e Unione europea. «Un pacchetto da decine di miliardi di euro» sarà ufficialmente richiesto dal governo di Brian Cowen a conferma, tardiva, dell’anticipazione del governatore Parick Honohan nei giorni scorsi. Lo ha detto … Leggi tutto