La cyberguerra divide Usa e Russia

Maurizio Molinari su Lastampa.it

La difesa del cyberspazio dagli attacchi degli hacker divide Stati Uniti e Russia a una settimana dal summit al Cremlino fra Dmitry Medvedev e Barack Obama. L’intenzione di entrambi i presidenti è di siglare un accordo bilaterale per proteggere Internet da intrusioni spionistiche e aggressioni di virus ma la differenza sta nel come farlo: la Russia preme per redigere un trattato internazionale ad hoc, sul modello di quello già esistente per il bando delle armi chimiche, mentre gli Stati Uniti vorrebbero piuttosto un accordo fra le reciproche agenzie di sicurezza digitale sul modello della Convenzione europea contro la cyber-criminalità, che è stata finora siglata da 22 Paesi, America inclusa.

La distanza fra le due capitali va ben oltre la formulazione diplomatica dell’intesa e concerne l’approccio stesso alla lotta agli hacker. La priorità per il Cremlino è in quello che Vladislav Sherstyuk, vicesegretario del Consiglio di sicurezza russo, definisce il «disarmo nel cyberspazio» ovvero il divieto per una singola nazione di detenere i codici di virus-killer da poter attivare a distanza nel cyberspazio di un’altra nazione puntando, più in generale, sulla formula del trattato internazionale per assegnare agli Stati una maggiore responsabilità sul controllo di quanto avviene sulla rete. Ma per l’amministrazione Obama questa è una strada al alto rischio perché può portare ad aumentare la censura sul web, consentendo a regimi totalitari di stringere il controllo sulle comunicazioni online dei propri cittadini, dando legittimità internazionale a blocchi di Internet simili a quello avvenuto nelle ultime due settimane in Iran.