Noi non ci siamo stati

Il post mattutino che ricordava che oggi si svolgevano le primarie dei democratici era sostanzialmente la dimostrazione di un discreto senso di colpa. Il titolo originario del post era noi non ci saremo. Nel senso che coscientemente il bloggante non ha partecipato allo showdown democratico delle primarie condividendo in pieno i dubbi espressi da Fabio Fazio in un editoriale su La Stampa.

Condividendo appieno il percorso etico della creazione dei democratici in vista del tentativo di creazione di un grande partito che ridia voglia di bella politica a questo paese, non si può eccessivamente accettare il metodo scenografico con cui si cerca di arrivare alla realizzazione di un partito dopo aver prima definito il nome di chi deve traghettarlo. Indubbiamente la ritualizzazione delle primarie ha l’obiettivo di “gasare” un ambiente in cui davvero c’e’ poco di gasato, ma la sola voglia di ridividere torte e poltrone.

Probabilmente c’era un metodo migliore per creare un partito che voglia dare un futuro migliore a questo paese e costituire un argine serio a una destra italiana che continua ad essere poco credibile. Forse era meglio parlare di idee e di rinnovamento serio e forte in un paese che lo chiede in maniera chiara.

Per questo non abbiamo riempito le fila di coloro che si sono presentati ai seggi delle primarie pieni di speranze vere e etiche, piuttosto che di coloro che si sono presentati per essere in bella evidenza per chiedere favori e clientelismi per il futuro. Siamo stati alla finestra per vedere che succede. Curiosi.