Bufalie e bufale episodio 2

Aggiornamenti assortiti sul precedente post tanto da richiedere un post autonomo il cui titolo simbolico potrebbe essere: “se un falso fa così tanta paura e ingenera tutto questo casino, pensate che succede se escono fuori le intercettazioni vere”.

Mentecritica fa il punto della situazione e fissa delle interessanti considerazioni

  1. A che livello di confusione  è un paese che va in allarme generale per un brutto falso scritto da un ventenne e propagato da un sito di gossip?
  2. Nel nostro paese chiunque fa una figura da fesso pensa che poi possa metterci riparo facendo la professoressa indignata.
  3. Quale affidabilità può avere un sito che propaga contenuti senza operare la minima verifica?
  4. A dagospia conoscono il significato dell’aggettivo postribolare. Me ne compiaccio. A giudicare dal livello loro lavoro mi risulta una segnata novità.

Alessandro Gilioli intervista l’autore della bufala

Come ti è venuta l’idea di fare la falsa telefonata?
«Mi è venuta perchè l’atteggiamento intero della stampa è stato ridicolo. Per settimane ci sono state allusioni, veleni, parlamentari che nominavano la Lewinsky, persone che dicevano “Io le ho viste, sono una bomba, cade il governo!”. Ah, per una telefonatina di basso gossip politico cade il governo? Non per tutte le altre questioni, tra cui il disprezzo totale della legge, l’attacco perenne alla magistratura (salvo poi servirsene per massacrare chi scrive sul web, chapeau), lo sfacelo morale ed etico in cui versa l’Italia.
La falsa telefonata era uno sfogo, un pezzo in cui l’obiettivo primario non era tanto Berlusconi quanto l’atteggiamento della stampa. Che si parli del 41-bis, dei boss scarcerati. Delle stragi del ‘92-’93, del ricatto perenne che governa l’ambiente istituzionale».