Esami alla facoltà di medicina

Brutte storie all‘istituto di medicina “legale

Ha avuto una relazione con lui?
«Diciamo che l’ho subita. Avance sessuali, avance pesanti, molto spinte, fin dai tempi della laurea».
Come ha reagito?
«Poiché mi volevo laureare e non avevo voglia di trovarla lunga, sono stata zitta e mi sono adeguata… Poi ho scoperto che non ero né la prima né l’ultima. Ho scoperto che in specialità entravano i fratelli massoni, i suoi amici, i parenti o quelle che si prestavano al giochetto».
Poi cosa è cambiato?
«La mia disponibilità. Prima di questo concorso non mi sono più voluta prestare. Forse qualcun’altra ha deciso di essere più disponibile. Di sicuro anche ad altre colleghe sono successe cose simili. Ci siamo ritrovate. Ho chiesto un appuntamento al rettore per denunciare tutto».
Ha delle prove per dimostrare tutto quello che ci sta raccontando?
«Una pelliccia che non ho più lavato, un paio di mutandine, una foto in cui il professore è nudo dentro all’istituto».
E lei?
«Siamo maggiorenni, è vero: ma tu non puoi escludermi da un concorso perché non voglio più stare con te. E gli altri quattro della commissione? Perché sono stati zitti?».
Perché finora è stata zitta lei?
«Sono un medico, aspiro a un ruolo politico nel mio Comune. Non è una storia edificante. È una storia schifosa e sordida. Lui ci perde la faccia, ma anche io non ne esco tanto bene. Lui esercitava un abuso di potere, ma io sono quella che si faceva pastrugnare…».
Qual è un modo efficace per riassumere questa «storia schifosa»?
«Poco prima dell’esame lui è salito sulla mia macchina. Erano le 12,30. Eravamo davanti all’istituto. Voleva che chinassi la testa, io mi sono rifiutata. Ho detto: “Sono incinta di mio marito, basta”. E lui mi ha bocciata».
Sono accuse molto pesanti. Saprà sostenerle?
«Le calunnie si pagano, sono sicura di quello che dico. Se un magistrato vuole chiamarmi, sono qui».

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