Il nulla vestito a festa

Via Marco Mazzei: una buona autocritica coraggiosa e senza peli sulla lingua

Se la Blogfest è stata la grande festa della blogosfera italiana, allora questa cosa – la blogosfera – è oramai diventata un fenomeno poco interessante e per nulla significativo.

La blogosfera italiana, non esiste più – ammesso che sia mai esistita. Molte delle dinamiche nuove che i blogger promettevano, molti degli elementi che li rendevano sostanzialmente diversi dai giornalisti (e qui mi interessa in particolare questo punto, non i blog-diario o altri fenomeni non legati all’info-comunicazione), non ci sono più. I blogger italiani non sono diventati giornalisti nuovi, ma i nuovi giornalisti.

La blogosfera italiana: da 10 a 100 persone, sempre quelle, a seconda dell’universo di riferimento – e alla Blogfest sono passati quasi tutti. Quindi: poca gente, ricambio quasi inesistente.

Ma autoreferenziale soprattutto perché il 95% di quanto emerso dalla Blogfest sono foto di blogger che fanno foto ad altri blogger, racconti di blogger che hanno conosciuto altri blogger, quanto è stato divertente preparare questo intervento al tale BarCamp, dove c’erano un bel po’ di blogger ad ascoltare. Cavolo: mi dici di che cosa hai parlato invece di dirmi chi c’era? Ah ok, mi hai dato un link di un video: non hai parlato di nulla, tutta roba vecchia. Però è stato divertente.

Da sempre amministratori delegati di aziende fanno incontri del genere, magari anche più informali (non si contano i pranzi con questo format), da sempre questi amministratori delegati scelgono i propri interlocutori (e infatti anche l’evento alla Blogfest era rigorosamente chiuso, a invito, e i presenti non potevano quindi in alcun modo rappresentare la blogosfera), da sempre in queste circostanze i giornalisti sono timidi, allineati, accondiscendenti – come lo sono stati quasi tutti i blogger presenti all’incontro. Tanto che lo stesso Bernabè, navigato uomo di business e di mercato, che avrà riso sotto i baffi pensando a quanto l’incontro fosse innovativo, se ne è uscito con un “mi aspettavo domande più cattive” che la dice lunga sul tono della giornata.

La blogosfera italiana, dicevo, come i vecchi giornalisti: a caccia di gadget, del viaggio stampa (leggi: tutto pagato), di visibilità personale. E oramai blogger sempre più apparentati con gli uffici stampa e le società di Pr, che – oggi come sempre – alla fine decidono se puoi o non puoi lavorare. Non c’è oramai evento dove non sia necessario avere un blogger presente, ed ecco quindi che tutte le aziende si sono attrezzate in tal senso. E i blogger si sono adeguati.