La logica crisi dei quotidiani

Via LSDI

Jeff Jarvis, considerato un rivoluzionario per aver profetizzato la fine dei giornali di carta, se la starà ridendo sotto i baffi , commenta su Journalistiques.fr Alain Joannes, giornalista francese e autore del libro ‘’Le journalisme à l’ ère électronique’’. Comunque, anche se la carta non sparirà mai completamente come supporto dell’ informazione, non passa giorno senza che qualche quotidiano annunci una riduzione della sua produzione di informazione su carta, fino ad arrivare – come succederà al venerabile Christian Science Monitor – a une migrazione totale sul web.

Quello che sta accadendo alla stampa quotidiana su carta, secondo Joannes, ‘’è perfettamente logico per una industria dei contenuti che non ha innovato pressoché niente in un secolo. A parte qualche dettaglio, come  la fotografia a colori, i quotidiani del 2008 non sono molto diversi dai loro avi del 1908’’.

Peggio: in Francia, i giornali stampati – che avevano fatto di tutto a suo tempo per impedire alla radio di diffondere informazioni – continuano per la loro gran maggioranza a trattare l’ attualità come se i lettori non ne avessero già avuto conoscenza, la sera dalla tv e la mattina dalla radio. Non c’ è nessun motivo perché una persona paghi per una informazione che ha già avuto gratis. Non è stato Google ad inventare l’ informazione gratuita ,  ma la radio e la tv, che saccheggiano, non meno di Google,  i contenuti originali prodotti dalla stampa scritta, che poi si mette a rimorchio dell’ audiovisivo. Una parte della stampa scritta continua a voler vendere dei contenuti che in realtà non contengono più nessun valore aggiunto.